1 12 o di sicurezza. Accompagnate poi da uona scorta sono state qui tradotte felicemente la scorsa notte. In seguito, come ho già umiliato , credetti necessario passar in Idro, onde personalmente abboccarmi co? Capi di rutte le Valli, e disponer quei prò-vedimenti, che si credevano in allora indispensabili . Essi Capi qui arrivarono , sarà poche ore, e saranno immediatamente accompagnati a S. E. Prov-vediror Generale, acciò riconosca le vere loro determinazioni, e i loro bisogni. In tale stato di cose, e nella costante insistenza del Comandante Francese di voler verificato un totale disarmo, fu creduto di ricercare qualche dilazione, onde dipendere dalle autorevoli deliberazioni di VV. EE. Essa ci fu accordata con la Carta, che mi onoro di sottoponere ai superiori loro lumi: e benché tal dilazione sia limitata a due soli giorni, con tutto ciò dalla voce dell’Uffizialc , che la Presentò, fu estesa a tre o quattro . n seguito sì le Truppe da Terra, che i Legni armati si sono allontanati dirigendosi verso Peschiera, e lasciando le prime nel loro passaggio molti dolorosi segni di violenza, c rapine. Quest’é la vera situazione di quelle disposizioni, che non cessa 1’ umiltà mia di concretare, onde non resti esposto questo Paese alle minacciate rovine. A S. E. Provveditor Generale ho già per Espresso assoggettata l'estensione di nostri bisogni, e l’occorrenza di precise istruzioni dall’illuminata Sapienza di VV. EE., che vorrà riconoscere la delicatezza, e l’importanza del presente argomento. Dipenderà l’ubbidienza mia, onde prestarsi con il maggior zelo, ed impegno a tutto ciò , che può confluire al Pubblico servizio. Grazie. Di V. Serenità, ec. Salò ij Aprile 1797. Francesco Cigogna Prov. Estraordinario. In tanto che i Comandanti Francesi disponevano le cose nel Veronese e nelle Valli Bresciane alla generale rivolta, che meditava il loro Capo Buonaparte su tutto lo Stato Veneto; questi dopo superate Trieste, Gorizia, e Gradisca era-si internato nella Germania diri, gendosi verso la Capitale dell’Imperio Vienna. Alli nove di Aprile aveva Egli il suo Quartier Generale a Judemburgo. Pensò dunque , che convenisse alle sue trame insidiose il dimandare minacciosamente il generale totale Disarmo della Veneta Terra-Ferma. Incaricò quindi il di lui Aiutante Junot di due Lettere, che portar, e consegnare dovesse in Persona; 1’una alSereniss. Doge di Venezia, e l’altra al Cittadino Lallement Ministro della Repubblica Francese presso la Veneta . Giunse infatti nella notte de’13 Aprile, ch’era il Giovedì Santo, a Venezia iljunot; e quindi nella mattina del 14 assai per tempo il Ministro Lallement dimandò al N. H.„ K. e Procurator Francesco Pesaro Conferente un sollecito abboccamento. Si prestò il zelante Cittadino; e tosto rese informato il Serenissimo Principe delle nuove amare emergenze colla seguente Relazione. SERENISSIMO PRINCIPE. Cd cuore trafitto dal più vivo dolor Patrio devo per preciso dovere d’Uf-fizio presentare a VV. EE. questa riverente mia esposizione. Questa mattina assai per tempo mi fece avvertire il Ministro di Francia, che essendo arrivato un Aiutante del General in Capite Buonaparte , aveva estrema urgenza di verificare meco sul momento un colloquio in compagnia dell’Uf-fiziale medesimo. Presenti al mio animo le Pubbliche prescrizioni sopra altra simile petizione feci rispondere al Ministro, che le forme delle nostre conferenze non ammettevano, l’inter-