48 un certo Francesco Milani di Salò, un certo Dominicetti pur di Salò, ed un certo Costa di Polgenace. Nell’ Infanteria etanvi cinque Francesi , ma senza Divisa, i quali asserivano d’aver preso servizio nell’Armata Bresciana, essendo stati congedati dalla Francese. In tutto Salò regna un silenzio, ed una mestizia, che sorprende il General medesimo. Quest’è tutto quello, di cui io stesso fui Testimonio di vista; come pure vidi incominciarsi l’imbarco dell’Equipaggio de’ Schiavoni , che dicesi devono essere spedici a Verona. Alle ore 17 circa , mi partii, e ritornato in questa Città il tutto fedelmente espongo a Pubblica cognizione . Q. H. L. C. & manu propria signa-vit ¿¡Etatis suas annorum ¡1 circiter , ut dixit. Andrea Giacomini. Se i sollevati Bresciani cercavano di rivoluzionare colla forza la fedelissima Città di Salò, inferin-do in cotal guisa nuove ferite al cuor paterno del Senato, non mancavano altre Città di confortarlo coll’esternare i più ingenui senti* menti di fedeltà costante , e della più leale sudditanza . In fatti in questo medesimo giorno 25 Marzo le Comunità di Cadore, di Fel-tre, di Belluno, di Desenzano , e della Val Sabbia decretarono ne’ loro Consigli di rassicurare il legittimo Sovrano del fedele attaccamento loro al Principato, in difesa del quale esibivano e sangue, c vite , e sostanze . Era in tanto giunto a Parigi il Promemoria del Senato 15 Marzo reclamante per la cooperazione prestata da’Francesi nella insurrezio- (1) Quest’ è quella risposta, che voleva il General Buonaparte dal K. e Proc. Pesaro , thè si attendesse dal Direttorio . Conoscerà ne, e totale rivoluzione di Bergamo . Non mancò tosto di maneggiarsi il zelante Veneto Nobile N. H. Alvise Querini, e col suo Dispaccio 26 Marzo , diretto agl’ Inquisitori di Stato, (1) ragguagliava che comunicato al Presidente del Direttorio, e al Ministro delle Relazioni Esteriori l’accaduto in Bergamo , si mostrarono sorpresi, e consigliarono una Comunicata Ministeriale al Direttorio . Estese in fatti il Querini il Promemoria nel giorno 23 Marzo, diretto al De la Croix. In questo esponeva , che dopo le proteste Francesi di Amicizia, e di Lealtà, la Repubblica di Venezia non si attendeva, che i Francesi operassero contro tali principi ; che Le Faivre Comandante in Bergamo ^veva costretto il Pubblico Rappresentante con minaccie a partire, ed obbligato i Deputati di quella Città a segnar un atto per la Libertà, che il Nobile Veneto faceva noto al Direttorio l’accaduto con ferma lusinga, eh’Esso vorrebbe far rientrar nel dovere la Faivre, e che disapproverebbe la di lui condotta in vista almeno all’Ospitalità, ed Amicizia della Repubblica Veneta ec. Il Direttorio dopo aver finta una maliziosa sorpresa decise , che era d’ uo-po attendere informazioni dal General Buonaparte. Il De la Croix intanto a nome di esso Direttorio nel 1 x Germinai anno 5 fece al Nobile Querini una illusoria risposta, in cui lo assicurava d’averpas-sato al Direttorio suddetto la sua da essa il Lettore il circolo vizioso della perfidia Francese.