150 glia, i Vecchj volevano piegar al disarmo ; conoscevano evidente la rovina della Città, e la vendetta Francese piombare sopra di essa . Sapevano esservi un grosso Corpo di 6000 uomini fra Bresciani e Frnncesi, arrivati già a Peschiera , .oltre due mila a Bussolen-go, ed incapace il Maffei di prestar loro soccorso . Il Generale Nogarola era dello stesso avviso , ma insistenti quei del partito contrario nel riscaldare il Popolo, non ammettendo modificazione alcuna ; si determinarono non so- lo a voler resistere, ma imputando le Cariche di complicità con li Francesi, perché lasciato .avevano ritornare in Castello il Parlamentario Beaupoil , presero con modi forti , che si avesse a dar l’ordine dell’attacco alli Castelli ; altrimenti ci avrebbero riguardati come Traditori. Fummo avvertiti in fatti, che sin dal giorno innanzi d’arbitrio proprio avevano spediti de’Cor-ricri al General Liudon per invitarlo di soccorrergli, e che nella notte avevano imaginato di arrestarci. In questo stato di cose, richiamato al nostro spirito il senso ripetuto delle moltiplici Ducati di VV. EE., che comandano bensì tutte le difese contro di chi si unisse agl’insorgenti, ma che riguardar si avesse come neutra la Nazione Francese; che non si dovesse in conseguenza attaccarla , considerato , che in tutto il corso del tumulto non si sono sparse voci di rivoluzione, né potersi perciò attribuire , che fossero un appoggio alle medesime le ostilità Francesi, riflettendo , che i più eminenti oggetti dello Stato stavano pendenti in trattativa con ¡1 General Buo-naparte ;■ comprovato , che inutile ci era riuscito ogni tentativo per calmare gli spiriti agitati de’Giovani, che ci riguardavano come complici de’Francesi , atteso il rifiuto costante, che abbiamo fatto di ordinare l’attacco dei-li Castelli; poiché silenziose in allora le ostilità Francesi, e che erano determinati di^ arrestarci: tutto sul momento da noi meditato, posti per un lato nel duro bivio o di agire ostilmente con attacchi diretti , e noa difensivi contro i Frsncesi, o di veder compromessi i Pubblici riguardi verso la Nazione , dichiarando per tal modo la guerra , azzardando insieme il destino d’una Città , gli ottimati della quale erano lontani dal secondare il mal misurato ardore de’ Giovani, portato sino all’arbitrio nel fatto invito agli Austriaci per loro soccorso , e dall’altra volendo allontanare il pericolo, in cui Sudditi cotanto fedeli, e così benemeriti per tanti sagrifiz; non avessero a spingere il loro entutiasmo sino a macchiarsi di colpa arrestando le nostre Persone, come parevano determinati di eseguire fra istanti, quando decisi, non ci fossimo di ordinar loro l’attacco ; sicuri, che non poteva già per le cose decorse esserci imputato di viltà il passo , che eravamo per fare, ci siamo determinati di partire certi, che il sacrifizio nostro Personale non fosse per offrire a VV. EE. un mezzo opportuno a salvare ogni più delicato politico riguardo .. La nostra intenzione fu retta, e perciò spedire al Brigadier Beretrini Vice Governator deH’armi l’inserte commissioni, ci siamo ridotti a questa parte per immediate proseguire il viaggio alla Dominante per rassegnarci con puro cuore a VV. EE., e con lusinga di tutto aver /atto per testimoniare il nostro zelo a VV. EE., ed obbedire a quelle disposizioni, che alla loro autorità meglio piacesse di determinare . Grazie ec. Vicenza 18 Aprile 1797. Iseppo GiovanelliPr. Estc, in T. F.’ Alvise Contarmi Cap. V. Pod. di Verona . Prima che questo Dispaccio pervenisse al Senato, il Provveditor Estraordinario a Vicenza aveva ragguagliato il Senato medesimo del-le confuse vociferazioni coli giunte riguardo allo stato di combustione, in cui si ritrovava la Città di Verona . Nella sera dunque del giorno 18 fu da quel Sovrano Consesso spedita a' due Deputati