tirmando ad assicurarmi le figure principali di tutte le classi del loro sincero attaccamento verso il Veneto Governo . Ma come l’esempio mi dà la maggior inquietudine, così vorrei, che l’esercizio delle mie cure avesse la facoltà di arrestare gli effetti . Nell’ umiliare a V. Serenità questi dolenti cenni, mi saranno a conforto i comandi di VV. EE. per guida delle incerte mie direzioni. Grazie . Brescia 14 Marzo 1797, ore€. Francesco Battaja Pr. Estr. Giunta a Venezia la funesta nuova della rivolta di Bergamo cagionò nell’animo de’Cittadini la più amara sensazione, ben prevedendo tutti le funeste conseguenze della medesima . Era Savio in Settimana il N. H. Alessandro Marcello, ma questa volta li toccò la dura sorte di dover far ingoiare al Senato V amaro boccone, senza ritrovar nelle ricette di Boerhave alcun lenitivo della naturale sua amarezza, Non per questo si dipartì il Governo dall’ adottato sistema j i Savj si appigliarono anzi al solito metodo di far la guerra ai Francesi con Reclami , Deputazioni, e Rimostranze , le quali continuarono a produrre il consueto unico effetto di far palese la propria debolezza , e di accrescere l’ardita fellonia de’ Comandanti Francesi, e del Direttorio Esecutivo verso la Repubblica. Nel giorno dunque 15 Marzo il N. H. Alessandro Marcello fece sanzionare dal Senato un Reclamo al Ministro Lallement, che risiedeva in Venezia, ed altro da presentar al Direttorio Esecutivo spedandolo per espresso al Veneto Nobile a Parigi. Ecco le due carie importanti. 1797. iì Marzo m Pregam . Che per un Nodaro Estraordinario *5 della Cancellarla Ducale sia in questa sera mandato a leggere , e lasciato in copia al Ministro di Francia quanto segue. Signor Ministro. Mentre la Repubblica di Venezia vive nella più ingenua fiducia delle sincere manifestazioni della costante amicizia del governo Francese , ha con vero senso di amarezza, e dolore inteso, che siensi nel giorno del corrente dal Comandante Francese , esistente in Bergamo, obbligati li Deputati della Città alle provigioni di dover sottoscrivere il preteso voto della Nazione per la libertà, minacciando di usare la forza in caso di negativa. Ad accrescere maggiormente il peso di questo procedere si aggiunge la conoscenza, che da esso Comandante siasi intimato al Pubblico Rappresentante di quella Città o di partire , o di essere mandato in ferri a Milano. Quest’atto così contrario a quei principi di perfetta armonia , che il Governo Francese professa alla Repubblica di Venezia , ed a tutte quelle sincere prove di fatto, con cui essa lo ha retribuito massimamente nella stazione per dieci Mesi delle Truppe Francesi nei suoi Stati, non possiamo dubitare, che dalla conosciuta di Lei rettitudine non venga pienamente disapprovato, e che accompagnando colla maggior efficacia tali rimostranze e al Direttorio Esecutivo, c al General in Capite Buonapartc , non sia dalle eque loro intenzioni per ottenersi, che venga dato in tanta cosa il più solenne riparo. Nella certezza di esperimentare in argomento di così grave importanza continuati gli effetti delle di Lei favorevoli disposizioni , cogliamo anche questo incontro per raffermarle li sentimenti della particolar nostra considerazione ed affetto: Andrea Alberti Segr. 1797. rj Marzo in Pregadi. Al Nobile a Parigi da spedirsi per Espresso. Pervenuto é al Senato col mezzo del Provveditor Estraordinario in T. F. il Marzo l797*