104 zione, col Paese di Salò. Mi portai per raccogliere i Villici, ma questi tutti impauriti dopo un mezzo miglio dì cammino, inteso lo scoppio de cannoni della Flottiglia diretto al Paese, si sbandarono, e per quante istanze facessi loro unitamente al Sig. Fabio Vitalini del Paese, che era meco, cercando d’infonder loro coraggio, non vollero più seguirmi. Isolati ambidue ci resti-mimo al Quartier Generale in Paese, che era stabilito in Casa del Sig. Conte Gio: Battista Fioravanti, nel mentre che per sette, e più volte aveva eseguito la Flottiglia uno scarico generale della sua Artiglieria contro il Paese medesimo. Trovammo Salò intieramente abbandonato dagli Abitanti a riserva di alcuni pochi, che armati di Fucile stavano appostati in qualche cantone taciturni, ed in Guardia. Vuoto era pure il Quartier Generale, e per quanto richiedesi tanto in Paese , come fuori dell’ Eccellentissimo Provveditor , e degli altri, nessuno seppe darmene notizia. Vidi solo un panno bianco , attaccato ad una finestra del Quartier Generale , che non saprei da chi esposto, c che naturalmente sarà stato un segnale, perché cessasse il cannonamen-to , come in fatti seguì alle ore 2» circa. Stando io ad una finestra del Quartier Generale vidi accostarsi la Feluca del Comandante alla riva,_ed intesi ad intimare, che se nel termine d’un’ora non venisse a parlare col Comandante Francese o il Provveditor, o il Generale, avrebbe di nuovo incominciato il cannonamento . Sollecitai di ricercar de’ medesimi, ma sempre inutilmente; cosicché presi la risoluzione di partirmi ancor io colla sola persona , ed internatomi nella Riviera mi portai a To-scolano alla Casa di Campagna del Sig. Conte Fioravanti suddetto , dove trovai tutta la sua Famiglia raccolta, ma non lui, né il Provveditore, de’ quali eglino pure ignoravano la sorte. Su i loro eccitamenti prendendo la via del Lago, e col favor della notte potei salvo ridurmi a questa parte, schivando i posti di S. Visilio, Sorri, e facendo gran parte del Cammino anche a piedi per il pericolo di essere arrestato da’Francesi, dove con tutta esattezza espongo a cognizione dì questa Eccellentissima Provvisoria Carica tutto l’avvenuto. Solo aggiungo, che nel partirmi che feci da Salò, vidi a rinforzo della Flottiglia Francese entrar in quel porto altre due Barche, ed una Feluca: che da alcune finestre in Paese furono scaricate delle fucilate sopra le Barche Francesi , ma non so con qual effetto, e che fu in Piazza da’Sa-lodiani ucciso un Magaziniere Francese , ed ìndi nascosto il suo cadavere, c ciò dopo seguita la prima scarica de' Cannoni. Q, H. L. C. & manu propria si-gnavit aetatis sua: annorum circiter, ut dixit. Tenente Spiridion Zapogaaffermo. I Francesi in questi giorni de. posu la maschera, con cui celavano la lor abominevole perfidia , si adoperavano a favore de’sollevati Bresciani, e Bergamaschi, ma non lasciavano perciò di menare un grandissimo rumore, e d’incolpare di tradimento i Veneziani coll’appoggio del Proclama, da essi medesimi coniato , ed attribuito al N. H. Francesco Batta ja, come di sopra si è detto. Inutili riuscirono le più leali , ingenue , e franche proteste del Provveditor Estraordinario, che nelle più solenni forme si studiò di smentirlo. Quindi fu che il Senato stimò bene di dichiararlo supposto, e da maligna penna scritto, per offuscare, se era possibile, la lealtà delle sue direzioni . Ecco le Carte, che a tal uopo sanzionò nell’ adunanza del giorno 12 Aprile. 12 Aprile 1797. in Pregadi . La Repubblica di Venezia ha tenuta sempre, e tiene una condotta cosi aper-