4i potuto, che intieramente controopera-re a questo delicatissimo fine, e che sarebbe stato immancabile effetto quel- lo di maggiormente animare li pochi traviati, e scoraggire il maggior numero delie Popolazioni bene intenzionate, conducendo in tal modo sempre più i Sudditi a dipartirsi dall’attaccamento al proprio Principe; che da questo solo dovevano essere disposti i mezzi per rimettere li Sudditi in calma ; e che al più per la combinazione appunto di essere da lui occupati li Castelli, poteva rendersi opportuna qualche amichevole di lui cooperazione. Anche sopra questo egli sembrò alquanto esitante,dicendoci, che in mez-zo al fermento delle nuove opinioni , le quali hanno molto servito al progresso delle sue armi , sarebbe certamente imputato, se avverso comparisse, e qu Jche mano prestasse contro di quelli, li quali si dimostrarono fautori del nome, e delle massime Francesi , e che solo avrebbe obbedito, se il Direttorio Esecutivo precisamente glielo comandasse ; ma che egli crederebbe, che il mezzo più sicuro per garantirsi dagli effetti d' una più vasta insurrezione fosse quello, per il medesimo fine già adottato dal Re di Sardegna , di stringere maggiormente li rapporti con appositi legami col Direttorio medesimo . Vedendo, ove tendeva una tale indicazione , non abbiamo ommesso di rispondergli , che li sentimenti, e li rapporti della Repubblica verso la Francia erano tanto ingenui, e tanto stretti , che qualunque passo, o maggior impegno avrebbe fatto uscire l’Eccell. Senato fuori di quel sistema in cui u-nicamente poteva riporre la propria salvezza , e sicurezza : e che al solo momento della pace essendo riservato di riconoscere quale sia per esiere il futuro stato dell’Europa, poteva allora soltanto 1’ Eccell. Senato prendere c<>n sicurezza di consiglio determinazioni sopra così geloso argomento. Procurando però egli con qualche industria di deviare tratto tratto dal pri-jiio oggetto della nostra commissione, ci condusse a rammentarci , e quasi a rimproverarci la lunga esistenza del Co: di Provenza in Verona, l’asilo datoin Venezia al Duca di Modena, e massimamente a suoi tesori, li molti fondi, che egli ci asserì esservi in cotesta Città, appartenenti a’suoi nemici, e singolarmente allo stesso Re d’Inghilterra, sopra de’quali traspirò, che egli nutra delle viste sommamente imbarazzanti gli emipenti Pubblici oggetti . Sopra cadauno di tali propositi cercando noi di distruggere le di lui malfondate impressioni con risposte, tratte dalla pura verità de’fatti, ma per quanto ci parve non appaganti la di lui persuasione , lo abbiamo nuovamente ricondotto al primiero nostro argomento; intorno a cui non ci riuscì però di ritrarre promesse o risposte più concrete delle prime; sciogliendosi la conversazione col dichiararci, che sopra le cose fra noi discorse non avendosi nulla potuto conchiudere, si poteva prender tempo per riflettere da una parte , e dall’altra, e che quindi avressimo avuto la seguente mattina due ore prima del mezzo giorno un nuovo abboccamento. Prima però di presentarci nuovamente a lui , ben conoscendo quante influenze abbia sopra il di lui animo il General Berthier, abbiamo creduto di prevenirlo favorevolmente alle nostre viste con una officiosa visita , in cui nulla fu da noi trascurato per guadagnare la di lui persuasione , e per quanto ci parve in seguito non senza qualche utilità di successo. Perciocché por* tandoci pochi momenti dopo dal Generale Buonaparte , mentre appunto dalla di lui camera usciva il predetto General Berthier, ci ricercò tosto, se a-vevamo dato nuovo pensiero alle cose da lui significate , e senza neppur attendere la nostra risposta ci soggiunse, che avendo la sua Repubblica dichiarato di non mischiarsi nelle altrui costituzioni, e forme di Governo, poteva 1’ Eccell. Senato prendere per gli affari di Bergamo , e di Brescia quelle misure, che gli sembrassero più convenienti alli propri oggetti, e solo bastava, che queste non avessero alcun