occorre alle Persone, o persona , che si presenterà al Cassier stesso Zecchini sei mila. Valentin Marini Segr. Io non so dire con fondamento, a qual uso fossero destinati li sei mila Zecchini. Se prestar si può credenza a quello viene da altri asserito, furono essi presentati in dono al Tesoriere Generale di Buonaparte Haller, acciò colla sua mediazione i tre NN-HH. Deputati fossero favorevolmente accolti dal Buonaparte suddetto nelle Trattazioni , che dovevano intavolarsi a Milano ; e ciò per suggerimento del K. Dolfin, che, come di sopra fa detto, ricordò nella Conferenza 30 Aprile, che l’opera di questo Tesoriere poteva esser utile alla Causa pubblica mercè la di lui influenza col . So di certo, solamente, che l’Ebreo Vi-vante fu la Figura, che si presentò a riscuotere, e che riscosse di fatto li 6000 Zecchini, che furono le Primizie , per cosi dire, di quelle rapine, che i Francesi si disponevano ad esercitare sopra la sventurata Venezia. Nel seguente giorno 10 Maggio unitasi la Signoria con li Savj attuali si deliberò il pronto imbarco de'fedeli Oltramarini, poiché alla loro presenza non era possibile eseguire la già decisa rivoluzione. Intanto si erano abboccati col sedizioso Francese Villetard i due NN. HH. Conferenti K. Donà, e Batta ja alla presenza de’ due popolari Traditori Spada e Zorzi ; e quindi, sciolto il funesto e mal augurato colloquio, resero conto del lor operato colla seguente insidiosa Scrittura. 261 SERENISSIMO PRINCIPE. Destinate dal Serenissimo Principe 1’ Maggio umilissime Persone di me Pietro Donà t797. K. in Conferente al Sig. Ministro di Francia, e Francesco Battaja pure aggiunto in questi ultimi giorni, ci facciamo un sacro dovere di esporre l’andamento, e lo stato pericoloso, in cui si trovano ridotte le Pubbliche cose, onde niente resti occulto al Serenissimo Maggior Consiglio, ed alla Nazione tutta, di quanto può servire a nor-ma dei Pubblici Consigli , ed a garantía della nostra condotta; poiché vuole fatalità, che l’addossatoci incarico involga noi più d’ogni altro in coiì aspre circostanze. In relazione alle Parti del Serenissi* mo Maggior Consiglio 1, e 4 del corrente, che diedero una Plenipotenza di trattare alli NN. HH. Deputati al General Buonaparte, tutti gli Uffizj esecutivi si sono applicati allo studio d’ evitare qualunque inconveniente , che turbar potesse le trattative medesime. A questo fu rivolta l’opera benemerita dei NN. HH. Provveditor alle Lagune, e Lidi, Luogo Tenente Estraordinario K. Condulmer , e Deputato alla difesa interna della Città N. H. Morosini , i quali non lasciarono d’ opportunamente manifestare alla convocazione fatta dal Serenissimo Principe, dalla Serenissima Signoria, Capi di XL., e Savj del Collegio le cose seguenti . Il N. H. K. Condulmer confermò quello , che aveva detto in varie altre occasioni anche in Lettere d’Uffizio, che i mezzi preparati per una resistenza ad un colpo di mano, o ad un parziale attacco , non potevano essere assolutamente sufficienti, allorché le Truppe Francesi, sciolte da qualunque altro oggetto volessero piombare colla lor enorme massa ad attaccare in varj già naturalmente difficili punti la Capitale, aggiungendo, che ad onta di qualunque forza per difendersi, non sarebbero state superabili le conseguenze d’un blocco inevitabile, dopo l’occupazione della Terra Ferma, che in po-