igi si quella Popolazione , prese prorta-niente l'armi per debellare li ribelli, e per rispingcre un secondo ai tacco nei susseguenti giorni contro di essi intentato dai ribelli medesimi commisti con un numero di Polachi , e Francesi , destinati propriamente questi al maneggio de'Cannoni, che furono usati, come risulta dal Costituto di alcuni di essi rimasti prigionieri nel tatto; c gii quegli Abitanti sul momento sopraffatti dal numero dovettero ritirarsi, ma in poca distanza di tempo accorsi in lor aiuto gli abitanti della Val Sabbia poterono di nuovo riprendere la loro difesa, e sottomettere gli aggressori, che colti sul fatto furono fatti prigionieri , e trasmessi a Venezia, dove sulle ricerche di questo Ministro di Francia si sono già rilasciati, e tradotti al Confine Ferrarese tutti li Polachi, non che i Francesi; ed anche li Sudditi no» stri, che furono qualificati addetti all' Armata Francese. Trascorsi alcuoi giorni comparve un corpo di $oo Soldati Francesi, che occuparono Salò adoperando i soliti modi di Ospitalità, e lasciando le Guardie Venete aile Porte: ma arrivata'una Flottiglia Francese sul Lago intima il disarmo di quelle Popolazioni, che si rifiuta da quel N. H. Provveditor, che il Senato aveva spedito per le ripetute istanze di quella fedele Popolazione . . Alla negativa di quella Carica comincia un forte cannonamento, e gli A-bitanti, ed il Rappresentante sono costretti ritirarsi. Vi tornarono poi all’ ombra d'una convenzione di accomodamento, ma lo stesso giorno tj A- Srile sopraggiunto un Corpo di 1000 Bresciani con altrettanti Francesi in quella sventurata Terra, che sottomessa col fatto alle loro voglie, conserva ancora l’animo attaccato, e fedele al nome Veneto. Da quel momento in poi le Truppe Francesi si occuparono colla forza a disarmare tutti deile Valli, Territorio Bresciano, che dichiarando costante-mente di rispettare la Neutralità verso la Nazione Francese, si erano soltanto armati contro i ribelli. Eseguito nn tal« disumo , c sottomesse a forza quelle Popolazioni ;.llc leagi de’ rivoltati, spogli indo così la Repubblica di Venezia dell' intiero de' suoi Stati oltre Mincio, i Comandanti Francesi intrapresero di rivoltare anche la Città di Verona, che più decisamente se ne mostrava aliena, facendo tutti gli sforzi per difendersi dalle aggressioni degl' Insorgenti . Nel giorni dclli 17 pertanto , asserito un assassinio di tre Francesi in Verona sono tirati dalli Castelli alcuni colpi di cannone. A quest’inatteso avvenimento , compressa da sommo orrore quella Popolazione, diede di mano alT armi , e succe.'scro varj fatti . Vani sono stati tutti li tentativi di quelle Cariche per rimetter Ja calma, che anzi sono accusate di complicità , perche non volevano permetter 1' assalto delli Castalli, sono costrette a ritirarsi in Vicenz3. Ritornando di poi a Verona, perche1 s’cra aperta nuova lusinga di trattative colli Comandanti Francesi . Ma la comparsa alle Porte di Verona d'un Corpo di Bresciani, e Francesi riaccende 1’ ardore nel Popolo , rispinge li Ribelli con molta loro perdita, e quindi di nuovo si cominciane le ostilità dalli Castelli, e dalla Città. Sono continui li colpi di cannone, e di Bomba, le stragi, li saccheggi, e gli incend;. Ripetute le Trattative tutte senza effetto, sempre più infieriscono li Partiti. Il Provveditor Estraordinario Giovanclii và a tentare nn con-ciliamento fuori delle Porte con li Generali Francesi. Sono così date , ed aspre le condizioni, che non é in suo potere l'accoglierle. Finalmente si accetta l'Armistizio d'un giorno, ed in tanto si usano per parte Francese molte ostilità. Lunedì 14 corrente alle 17 deve eseguire la Trattativa. Entrarono ne’Castelli li quattro Soggetti destiniti all’accomodamento portando seco le proposizioni , sopra le quali conveniva trattare. Non furono accolte le proposizioni non solo, ma perfino si è rifiutno d' ascoltarle , volendo per conto Francese imporle a discrcnon loro.