J34 natamente dì scoprire , che se non_ mi riusciva di far sul momento decider contro le Rivoluzioni d’Italia un Membro del Direttorio , non sarebbe per ora stata fissata da dovero la massima di far cessare, quelle insorte nello Stato Veneto , nè sarebbe stato per' conseguenza dato alcun ordine preciso al General Buonaparte sopra questo rapporto. Due Direttori opinavano , perchè fossero da loro fatte cessare finalmente queste rivoluzioni , ed altri due erano decisi di tollerarle, ed anche appoggiarle, ed il quinto non era. ancora determinato né per un sentimento , né per l’altro . Presenti alla mia mefite gli autorevoli comandi di VV. EE., prescrittimi colla Ducale 2 7 Agosto decorso , e confermati dalla successiva 29 Ottobre, io mi sono creduto nel più stretto dovere d’impiegare ogni studio, e tutti i mezzi possibili per divertire, ed allontanare tutto ciò , che tender potesse ad offendere in questa urgente circostanza li Pubblici delicati riguardi. L’opera mia non fu inutile, ed ottenni non solo di far persuader quel Direttore a non appoggiar la rivoluzione nelle Venete Provincie, ma anzi a sostener in questo essenzialissimo rapporto, e negli altri ancora gli eminenti interessi ddl’Eccellentissimo Senato. Io ho spinto il mio privato maneggio a segno, che per ottener veramente l’oggetto di ristabilir la tranquillità negli Stati Veneti, e far nel medesimo tempo rispettar la Neutralità della Repubblica y come si esprime la soprariferita Risposta del Ministro delle Relazioni Esteriori, io ricercai, e mi riuscì di ottenere, che nella Lettera , che il Direttorio stava per scriver al General Buonaparte, fosse comandato allo stesso determinatamente v che li Francesi non dovessero per nessun ^motivo prender alcuna parte contraria alle misure, che l’Eccellentissimo Senato fosse per adottare ad oggetto di disarmare le bande de’faziosi, che scorrono la Veneta Terraferma , ed impedire che non se ne formino -di .nuove; così pure per far rientrare sot- to la di ,luf obbedienza le Città , che si sono ribellate , potesse in conseguenza ivi ristabilir l’Autorità Civili, e militari, come esse erano prima. Sicome poi dalla venerata Ducale 8 Ottobre decorso risulta , quanto interessante sia alle paterne cure dell’Ec-cellentissimo Senato il possibile allontanamento dalli Pubblici Stati delle Truppe Forastiere, così io ho creduto di non negliger quest’opportuna occasione per ricercar, se non in tutto, lo-chè era impossibile, almeno in parte anche questo essenziale oggetto. E di fatti m’era riuscito di ottenere, che sarebbe nella, stessa Lettera scritto al General Buonaparte , che ora, che la sua Armata era penetrata nel cuor dell’ Allemagna , non rendendosi naturalmente più necessario, che le Truppe Francesi continuassero ad occupar tutte le Città, e piazze del Territorio Veneto, veniva eccitato a far evacuar almeno quelle, che non fossero più necessarie alle operazioni militari dell’ Armata stessa, e particolarmente quelle, che si trovano in istato di ribellione ; e che fossero pure espressamente incaricati li Comandanti delle Truppe, che resteranno ancora nelle Città, e Piazze come sopra di mantenere l’ordine , e la tranquillità fra gli Abitanti, cd impedir, che nascano in esse ribellioni contro il loro legittimo Sovrano. Tutto era combinato, perché io dovessi ricever la copia autentica della soprariferita Lettera. onde trasmetterla potessi a VV. EE. come una indubitata prova degli ordini, che al General Buonaparte nel modo da me sopra rassegnato venivano dal Direttorio rilasciati. Questa ;o doveva richiederla al Presidente del Direttorio , e eh’’ egli, come per farmi una distinzione , ed un’amicizia, v’avrebbe condisceso, e me l’avrebbe fatta tenere. Jeri sera dunque andai per tal oggetto dal Presidente Rewbell, ma con mia sorpresa trovai, che mi fece un accoglimento molto serio, e riservato. Gli ricercai, se aveva notizie d’Italia relativamente- v