59 "S> fatta di uomo che non avesse eccezioni, clic non recasse sul soglio ambizioni di assoluto dominio, e le leggi crescevano per restringerne 1’ autorità e togliere ogni pericolo. Accomunati, collegati col popolo ( mediante quel non ultimo vincolo delle umane consociazioni, l’interesse), i nobili allora, come lo furono anche quando l’aristocrazia si consolidò, erano sottoposti alle medesime leggi. Siccome l’origine della aristocrazia veneziana non fu l’aristocrazia militare dei settentrionali, non ebbero mai privilegi di foro. Sia che le leggi anticamente emanassero dal comune consentimento, cioè dalla conclone; sia che dopo il maggior consiglio delegato dalla conciono, le statuisse cd avessero forza quando erano state sancite dalla conciono ; sia, finalmente, che la aristocrazia togliesse tale sanzione, le leggi civili, le commerciali, le criminali esercitavano l’impero tanto sul doge, capo e sommità dello Stato, come sul più povero popolano. 11 debito della difesa pubblica era di tutti ; inalberato il vessillo di san Marco, indetta, o ricevuta la dichiarazione di una guerra, tulli erano soldati. Ne fa prova il gran fatto de’Giustiniani tutti spenti nella guerra contro Manuele Comneno, tranne quel monaco di cui sopra si è detto. Dei nobili, alcuni godevano le ricchezze ereditate dai maggiori, altri se le acquistavano. Nella prima gioventù lasciavano le case loro, c, spediti a trafficare in paesi lontani, erano addetti alla marineria mercantile. Tornati a casa, vi recavan ricchezze, sperienza degli affari, conoscenza delle altre nazioni, pratica e coraggio di guerra. Viste le mutate condizioni dei popoli vicini, erano sempre attenti perchè alcuno di loro non sovrastasse tanto sugli altri. Lorenzo Ticpolo doge in quest’epoca, era marito di una Slava ricchissima e signora di molte castella. Ammogliò il figliuolo Pietro con ricca c polente giovane vicentina. Insospettitasi la repubblica di tali parentele e delle possibili conseguenze, stanziò legge dopo il Tiepolo, che doge non potesse essere colui, che aveva per donna una forastiera, che detto doge non potesse ammogliare i figli con donne forastiere. Ad ogni nuova elezione di doge si strinse sempre l’autorità di lui, quanto più si allargavano le signorie assolute nelle altre parti