ìig mente dal sentimento Patrio, che mi anima, a conoscere, se vi fosse caso, che le Provincie dell’ Eccellentissimo Senato potessero essere poste al coperto di ulteriori rivoluzioni, fossero fatte cessare, dove presentemente nc esistessero, « che per parte di questoGo-verno fossero garantiti all’Eccellentissimo Senato li di Lui possessi al momento della Pace, ho avuto motivo di riconoscer, che forse si potrebbe ottener così essenziali oggetti con un qualche sacrifizio in danaro, che dall’ Eccellentissimo Senato fosse ancora per larsi. Siccome mi sono presenti tutti gli ostacoli, che si frappongono alla verificazione d’ un tal progetto, e per conto della Pubblica Economia, e per li riguardi di Neutralità, così io non ho voluto intornarmi a riconoscer a quali misure dovesse limitarsi un tal sagrifizio. Mi riuscì per altro per le vie le più indirette, ed agindo sempre in modo di non comprometter mai nella più minima parte li pubblici sacri riguardi, di penetrare cKe sei o ¿ette Alillìoni di Franchi sarebbero sufficienti , ma che di questi basterebbe darne di effettivi due al più, e che del resto fosse aperto un credito a favor della Repubblica Francese; a ciò potesse questo Governo dar in pagamento agl’ Imnressarj delle forniture delle Armate dille tratte sopra la Repubblica di Venezia sino alla prima sopraindicata somma , poco importando poi al Direttorio, che le Cambiali andassero in protesto, dopo ch’egli avesse ottenuto da quelli quanto al momento abbisognasse. Ecco quanto posso rassegnar all’autorevole conoscenza di VV. EE.; niente per altro potendo ancora garantir, se le mie scoperte sieno esatte ; se per tali mezzi si potrebbe veramente con-dur questo Governo ad aderir alle condizioni sopra indicate, mentre mi onoro di ripeterlo a VV. EE., io non ho voluto ad oggetto di assicurarmene far alcun passo , compromittente in così delicata natura di argomento li Sovrani «¡spetti dell’ Eccellentissimo Senato : Domandando sommessamente perdono Tomo II. a VV. EE., se mi sono creduto in dovere di far senza alcuna riserva presente tutto quello sembra alla mia riverenza, che possi interessar le loro zelanti cure Governative in mezzo alle circostanze le più difficili , in cui si trova l’adorata Patria, non mi resta, che con ossequio baciar a cadauno di VV. EE. le mani &c. Parigi 8 Aprile 1797. Alvise Querini. Prima che giungesse al N. H. Querini alcuna risposta degl’inquisitori di Stato sulla contribuzione de’7 Millioni di Franchi, con cui v* era qt^lche apparenza di poter salvare la Repubblica dalle perverse intenzioni del Governo Francese, dovette Egli nel giorno ^del- lo stesso Aprile spedire un secondo Dispaccio allo stesso Tribunale in cui esponeva le nuove scoperte da lui fatte in tale proposito. Il Dispaccio fu il seguente . Illustrissimi ed Eccellentissimi Sig. Si*. Padroni Colendissimi. Ho creduto necessario, e doveroso di far conoscere all’ autorità di VV. Aprile EE. quello io rassegno all’EccelIcntis- I797* siino Senato in esecuzione delli comandi rilasciatimi colla Ducale primo del coprente , per Espresso direttami : ed altresì quanto in questi giorni io abbia operato ad oggetto di salvar possibilmente li più essenziali riguardi dell’ Eccellentissimo Senato . Io occludo dunque a VV. EE. la copia del mio riverente Numero 178. unitamente all’ inserte, dove il tutto à fatto presente alia Pubblica autorità. Ma «juillo non ho potuto, nd dovuto render in tjuel Dispaccio palese, devo indispensabilmente rassegnarlo alla somma prudenza, e sapienza di VV. EE. Nell’ultima mia Lettera 8 corrente, che spero sarà a quest’ora pervenuta alla conoscenza del loro Supremo Tribunale, io con ossequio aveva a«sog-gettato, che ^Eccellentissimo Senato con qualche nuovo sacrificio, fatto a R