anguste sue forze. E menne egli -unisce alli miei li suoi più vivi sentimenti di riconoscenza ; io approfitto col maggior pregio di questo gratissimo incontro di ripetere a V. E. le ingenue proteste della somma mia stima , e della più alta considerazione. Mentre tali affiiri si maneggiavano a Gorizia, i ribelli Bresciani e Bergamaschi', mescolati a’Francesi, .avevano sorpreso, e rivoluzionato Salò col suo Territorio. Quindi si accrescevano i timori per Verona, e nello stesso tempo accrescevasi pure 1’ entusiasmo glorioso de’fedelissimi Veronesi , onde .approntarsi a ripulsar i Ribelli , come scrisse al Senato il Provveditor Estraordinario Battaja nel suo Dispaccio del giorno 2.5 Marzo , in cui v’era inserto il seguente Costituto . zy Marzo 1797. Veroka . Costituito personalmente in questa Secretaria Provvisoria il Sig. Andrea Giacomini di Bogliaco Riviera di Salò, ma da molto tempo Abitante in Venezia, espose quanto segue. E’ da Martedì della cadente Settimana , che io mi portai a Salò per e-seguire alcune commissioni ingiontemi dall’ Eccellentissimo Provveditor Estraordinario. Questa mattina alle ore ir circa ero per imbarcarmi, e per la via del Lago restituirmi a Verona , ■quando dalla Camera di mia abitazione intesi uno strepito di Cavalli, che a briglia sciolta s’avvicinavano a Salò dalla parte di Brescia; mi affacciai alla Finestra, e vidi, eh’erano tredici Soldati con Divisa rivoluzionaria di Brescia, comandati dal loro Generale Francesco Gambara, ch’era pur accompagnato da un Aiutante, che mi fu detto essere di Lonato. Internatisi essi nel paese cominciarono a gridare: Evviva la Libertà. Cittadini Salodiani destatevi ; ecco i vostri Liberatori ; siamo venuti a spezzare il giogo de' Veneziani , che vi opprimeva.. Erano questi 47 Ìure seguiti da venti circa uomini d’ nfanteria, che correvano in loro Compagnia armati di Fucile senza Divisa, e che io riconobbi essere tanti Sbirri, e Spadacini, e che pur essi gridavano come gli altri. Si portarono tosto al Pubblico Palazzo, disarmarono la Guarnigione Schiavona, facendola nel Quartiere prigioniera, ascesero le Scale, ed arrestarono pure l’Eccellentissimo Provveditor, impadronindosi di tutte le Cancellerie, ed Archivj. Nel momento che i primi stavano ciò eseguendo, sopraggiunsero altri cinquanta uomini , fra trenta Sbirri circa, e venti di Truppa Collettizia senza Divisa colla sola Co-carda, e Penacchio in testa; quelli e-rano accompagnati da un picciolo pezzo di cannone, per quello mi parve Imperiale , e che pur essi gridarono Viva la Libertà. Il Generale si spiccò indi da Palazzo con i tredici Cavalli di suo seguito, ed andò scorrendo per il Paese, eccitando i Salodiani alla rivoluzione; ma da nessuno di essi vi fu corrisposto, e tutti osservarono un perfetto silenzio. Cercò egli allora d’ instituiré una Municipalità , i membri della quale erano stati da prima designati in Brescia; ma essi si erano dileguati per la maggior parte, e pochi solo , che non furono così pronti, fu* rono costretti ad assumere l’incarico. Eseguirono indi un esatto Inventario di tutti i Pubblici effetti, de’Da-zf, ed ogni altra Pubblica Cassa; indi il Generale si restituì al Pubblico Palazzo. Non fu usata violenza alcuna all’ Eccellentissimo Provveditor , ma anzi fu trattato con tutta urbanità . Mi avvicinai io pure al Generale, che m’invitò alla rivolta promettendomi Cariche luminose, ed una piena libertà , ed indipendenza alla mia Patria. Risposi, che le offerte erano grandiose ; ma che io doveva restituirmi a Verona; essendo obbligato' in un Contratto per Pubbliche Condotte col Serenissimo Principe, che volevo eseguire ; e. che decideva molto del mio ben essere. Acconsentì egli alla mia partenza, invitandomi ad un pronto ritorno. Tra i Soldati di Cavalleria riconobbi