91 neto Vessillo, fu loro vietato di farlo dal Comandante Francese a quella parte . In mezzo a tante angustie non è però oggidì sopraggiunta a questa parte cosa, che alteri il rassegnato a VV. EE. in questa mattina, tranquillo essendo passato in prossimità alle mura «n corpo di circa 400 Polachi . Ma quali sieno per essere gli avvenimenti, le Ducali di VV. EE. dì jeri sera saranno eseguite con tutta esattezza, e con quella fermezza, che senza abbandonare la dovuta prudenza valgano a dimostrare l’ardente nostro zelo, e la costanza più decisa nel servire la Patria in _ ogni rapporto , i mezzi tutti possibili , l’attività, il coraggio verranno posti in uso, né resterà a noi, che invocare la Divina Providenza, perché voglia benedire le rette nostre intenzioni , e proteggere la Pubblica causa. Grazie. Verona 8 Aprile 1797. Iseppo Giovanelli Prov. Estr. in T.F. Alvise Contarini Cap. V. Podestà. Continuando i funesti dettagli de’giornalieri successi il Provvedi-tor Estraordinario, un nuovo Disfaccio spedì nel giorno 9 Aprile, che ci pone al fatto della perfida direzione, che osservavasi da’Coman-danti Francesi, ostinati a verificare il totale disarmo de’Comunisti Volontari, onde levar il blocco di Brescia, e lasciar libero l’ingresso a’Ribelli nel Veronese Territorio. SERENISSIMO PRINCIPE. Scritta al General Balland la Lettera, che in jeri sera abbiamo rassegnata a VV. EE., vedutolo Lui stesso nell’atto di rimettergliela, verbalmente ripetute le stesse dichiarazioni, e domande, furono le sue risposte, e proteste molto soddisfacenti il nostro cuore , £ elettamente conformi a quelle, che il )irettorio Esecutivo , ed il General Buonaparte hanno fatto giungere a VV. EE. Si espresse, che nulla più bramando per canto proprio quanto, che di coltivare la dovuta buona armonia, ed intelligenza con chi ha l’onore di rappresentare la Pubblica autorità a questa parte , converrebbe ben volontiert dal suo canto a manifestare i propri sentimenti , e l’interesse suo, perchè tutto proceda secondo le intenzioni de’ respettivi Governi, promettendo , che renderebbe note con una carta le analoghe sue disposizioni. Confortati in qualche guisa gli animi nostri da tale discorso, eravamo in lusinga di ricevere in questa mattina l’effetto delle fatteci promesse, ma inutile la nostra espettazione, sebbene sollecitato lo avessimo in oggi anche col mezzo del di lui Aiutante, ci troviamo tuttavia limitati a coltivare la speranza, che pur d’altronde é combattuta da assai più spiacevoli apparenze. Le militari disposizioni, che con rapidità si aumentano in questi Castelli, e che VV. EE. riconosceranno nel Foglio, e Carta annessa, in cui stà pui descritta la forza Francese, non possono offrire, che motivo d’allarme, diretti essendo ne’Castelli varj pezzi d’ Artiglieria e contro la "Città , e per battere i Ponti. A questo si aggiunge la continuazione degli atti violenti, che si esercitano per parte Francese nelle Valli Bresciane, e Bergamasche, disarmate queste, e poste a contribuzione’, ed a Peschiera, come risulterà a VV. EE. dalla lunga serie delle Carte inserte. Disarmati pure gli Abitanti della suddetta Fortezza, e tentato da un corpo di Truppe, dalla medesima sortito di praticare lo stesso nei circonvicini Villaggi, e di portarsi ad abbattere il Ponte di Monzambano, la massa sola de’Villici raccolta dal tocco della Campana a martello ne impedì 1’ effetto. Fisso però quel .Comandante Francese a volerlo distrutto scrisse al Brigadier Maffei la Lettera inserta, che dalla sua diligenza sollecitamente a noi trasmessa, offriamo alle considerazioni di VV. EE. Assieme pure alla medesima accompagnateci con altro inserto Foglio dal Brigadier alcune Lettere, che la sua vigilanza ha intercette, gravi per il loro contenuto, e per ia luce, che spar-