lor SERENISSIMO PRINCIPE. J^Isposte , come Jeri sera abbiamo avuto l’onore di rassegnare a VV.IiE. le misure tutte, che nell’angustia ocl tempo, e nella ristrettezza di mezzi ti l'u possibile , per tutelare i riguardi e-minenti della Pubblica tranquillità e sicurezza, minacciata atta patte di Le-gnago , abbiamo di già riscontri dell* arrivo a Cerca del General Nogarola , e che tutta stava organizzandosi una Massa ad impedire in ogni evento le minacciate violenze. A "maggior conforto dell’ animo nostro giunse pure in quest’oggi qualche compagnia di Fanti Oltremarini, che sulle nostre ricerche il Patrio zelo dell’Eccellentissimo Estraordinario a Vicenza lece con marchie sforzate pervenire su Carri . Abbiamo potuto farla accompagnare a S. Pancrazio non lungi da questa Città , ed opportunamente valersi per coprir , e sostener la retroguardia de'Villici, che in ogni caso avranno ad appoggiare quelli comandati dal Nogarola. Così presidiata quella parte, e garantita la linea del Mincio dal Brigadier Maffei, cui in risposta alli recatici inserti avvisi, sempre più comprovanti l’intervenzione Francese, abbiamo spedita l’annessa Commissione; e dal Co: Miniscalchi presidiata pure quella del Lago , non ci restava, che dare serio pensiero alla tranquillità di questi Abitanti, che le sparse voci dell’avvicinamento de’Ribelli dalla parte di Brescia , ed il menzionato Corpo di Trup- Ei per Legnago facevano temere turata. I mali intenzionati fondando per non dubbj riscontri sull’appoggio Francese, ed incoraggiti da ingrati avvisi, pervenuti da Salò, mostravano di già quasi vicina una determinazione a sviluppare i loro colpévoli progetti. Speravano , che a questa parte la forza Francese spiegar potesse quel deciso impegno, che nelle Provincie oltre Mincio manifestarono con tanta impudenza , e che a Salò poi spinsero al colmo . VV. EE. riconosceranno di quest’avvenimento spiacevole il dettaglio nell’inserto Costituto del Tenente Z,apoga. La Flottiglia Francese sostenuta da un Battaglione di 300 Uflmi-ni stazionato in quella Terra , con male arti, e insidiose maniere intima, to a quel N. H. Provveditor , ed agli Abitanti il disarmo, e da esso lui rifiutato, proruppe all’eccesso di cannonare l’abitato. Necessitati però gli A-bitanti di provedere alla loro sicurezza, si determinarono assieme al N.H. Provveditor, la Veneta truppa, ed al Brigadier Fioravanti di abbandonar il Paese, e ritirarsi su i Monti. E’ do* lente questo passo , ma conosciuta , come e, la fede, ed il valore di quella Popolazione, ó ben sperabile , che siasi a ciò determinata per cogliere il possibile vantaggio , e tentare d’inviluppare una seconda volta i perturbatori della loro quiete. Tutte queste circostanze però avendo animati i mal intenzionati, ed alcuni rapporti facendo temere imminente lo scoppio, fu di necessità di azzardare le più forti misure per assicurare la Pubblica tranquilità: senza un colpo decisivo tutto era perduto . Pubblicato perciò in prima l’annesso Proclama, e comunicato al General Francese, abbiamo ordinato l’arresto di coloro, che la Pubblica voce, e fama, ed i palesi indizj già comprovavano colpevoli. Le disposizioni furono le più caute; trenta Civiche Pattuglie a-malgamate colli soldati mantenevano il buon ordine nella Città; la Milizia stava pur essa in pronto per mantenere la Pubblica causa, ed il Satellizio , di genti assistito determinate, sparso ne’luoghi opportuni ne eseguì l’arresto. Undici i detenuti sin ora: non è però riuscito di coglier certo Conte Giuseppe Riva quidditato tra i Capi principali dei malcontenti. Egli si è ritirato in un Corpo di Guardia Francese : e scortato da quattro Fucilieri della medesima, si è ritirato nel Castello San Pietro. Fatale l’esempio,« pericoloso per parte nostra il silenzio, ci parve importante di rivogherei sul momento coU’inserta Lettera al General Ballànd, ed appoggiando sul desiderio, che aveva Egli stesso mostrato,