7* Brescia i Villici armati a sostegno della Pubblica Causa. Incoraggiti dalla loro comparsa i Comunisti di Ghedi , scossa la soggezione, che i mal intenzionati avevano loro imposta, corsero tutti ad atterrare l’Albero della Libòr-tà, ed in mezzo al più commovente trasporto , ed agli Evviva piantarono di nuovo le Pubbliche Insegne . La Lettera, e Supplica inserta , speditaci dal Brigadiere Maffei, offrono i testimoni dell’ affetto di quei Sudditi , ed egli é ben sperabile , che si diffonda negli altri Distretti, ancora vincolati dalla forza a macchiare con atti esterni quella fede, che nel loro cuore conservano all’Eccellentissimo Senato. Questa speranza, che non possiamo a meno di coltivare assai viva , ci à però amareggiata dalla continuazione delle direzioni de’ Generali Francesi . VV. EE. nell’inserta Lettera del Colonnello Carrara avranno nuovi argomenti per ravvisarvi eguale la loro condotta nel promuovere occasioni e querele . Oltre la pretesa distruzione del Ponte a Monzambano, e la ripulsa all* ingresso di genti armate a Desenzano, troveranno in essa l’opposizione fatta alle Genti di Sermione di unirsi alla comune difesa, e la spiegata determinazione d'impedire l’armo di quelle vicine a Peschiera. Fatta al Carrai la risposta, che inserta rassegniamo, fu nostro studio di dirigere quel benemerito Uffiziale a tutto tentare, perchè richiamato alla ragione il Comandante Francese, fossero tolti gli ostacoli, e rispettati i Pubblici riguardi, senza prometterci però, che l’esito corrisponder abbia ai nostri voti. Non abbiamo altre* si lasciato di cogliere l’opportunità di risponder ad s^Jtra Lettera del General Balland , che annessa accompagniamo alle Pubbliche considerazioni, per ripetere anche presso di Lui le stesse ricerche , e procurare di render meno coartate le operazioni, che nelle attuali circostanze si rendono indispensabili a salvezza de’sommi oggetti, alle cure nostre raccomandati. Meno acerbe, che nelle decorse, le fr»si della Lettera, che ci ha diretta, vidimo con nostra compia cenfca , che in mezzo ai vari reclami, che egli ci avanza, si mostra tranquillo sulla reclamata uccisione de’ Soldati Francesi a Salò. Da tale circostanza preso da noi argomento per ripetergli i costanti principi di riguardo, che dal canto Veneto si osservano verso la Nazione Francese, abbiamo mostrata tutta la prontezza per"1 rilasciare gli ordini opportuni, come fu da noi verificato, onde riconoscere un asserito latrocinio, e ingiurie praticate a de’Francesi a Lonato, e l’uccisione di altro Francese a Salò, al cui Padrone pretende pure derubati vari effetti, ed un Cavallo. Prodotta altresì da esso lui la domanda , che frapposti non fossero ostacoli al passaggio de’militari convogli dell’Armata Francese a Brescia , mentre su tale articolo abbiamo risposto a seconda delle massime di neutralità, e delle intenzioni di VV. EE., credessimo opportuno il momento per rinnovargli le più volte fattegli petizioni, onde con modi egualmente franchi, ed aperti sia per sua parte corrisposto all’ ingenuità della Pubblica condotta. Qualunque però sia il motivo, che influisce sulle sue direzioni, esse non lasciano, non può dissimularsi, piena ragione a supporle diffidenti almeno delle Venete intenzioni. Si osservarono in oggi tradotte molte Munizioni ne’Castelli, e quello che più importa, travagliare a rendere difendibile la mezza Luna, che cuopre la Porta nuova , ed erigere alcuni lavori sul Monte S. Leonardo, che batte il Castello S. Felice . Oggi é arrivato il benemerito N. H. Cicogna, che destinato da VV. EE. ad assumer il Governo della Patria di Salò, ed a confortare quella benemerita Popolazione, non lasciò di dare in questa circostanza un testimonio del suo zelo per il Pubblico Servigio, passando sollecito, come ha fatto, alla sua destinazione. Grazie. Verona 4 Aprile 1797. Iseppo Giovanelli Prov. Estr. in T. F. Alvise Contarmi Cap. V. Pod.