fegiiitar dovevano l’Armata, e dallo spoglio dei Magazzini e in Verona , e in Montebello, e che finalmente se il Governo voleva palesare la sua avversione ai Francesi doveva pubblicare un Manifesto , o disporre le sue Truppe in Battaglioni, che la Francia avrebbe risposto colle sue forze, senza lasciar i Popoli in balla di se stessi, e soltanto riscaldati da qualche Individuo avverso a.i Francesi. Che Verona era una Città, che già da sei mesi macchinava tali misure sulla lusinga, che li Francesi divenissero perdenti per cooperare validamente alla loro distruzione . Che tutte queste cose le aveva scritte al General in Capite Buonapar-te, e che era certo, che un tale insulto alla Nazione Francese non poteva essere sorpassato. E finalmente mi disse, che Ve'ona doveva essere lo scopo principale della vendetta . In tutti questi dolenti ragionamenti ho cercato a parte a parte di chiamar- lo a riflettere, tenendomi strettamente all*istruzioni, e aggiungendo tutto ciò, che la prudenza, e la verità mi somministravano, cioè, che il Governo non aveva alcuna parte nell* armo delle Popolazioni, dirette a rispingere gl’insorgenti di Bergamo, e Brescia, e che un testimonio lo doveva trarre dalle mie direzioni, poiché non vedeva in questa Provincia Popolazioni armate. Quanto agli asserti assassini soggiunsi j che sempre eguale l’equità, e giustizia del Senato, conosciute le circostanze, c gli Autori, come fi» sempre verificato da*respettivi Rappresentanti delle Provincie , avrebbe dato corso alla più ronta giustizia-, che avevo fatto publicare un Proclama a tal ogaetto, e che se l’amasse se ne poteva far promulgare per tutte le Provincie un altro, come> dal canto proprio avrebbe potuto fare riguardo alli suoi Soldati. JVIi rispose, che era contento del mio, del resto era inutile, poiché li suoi Soldati erano ogni giorno istrutti del buon ordine, e che per i Sudditi Veneti occorreva, che il Governo pensasse seriamente a lare, che dalle sue Truppe fosse contenuto il Popolo delle Cam- jSi pagne dagli eccessi, che commetteva ; che se delle particolari circostanze esigevano, che una Truppa di Paesani fossero armati, conveniva, che anche fossero disciplinati; altrimenti il Governo si esporrebbe al furore dc’Solda-ti Francesi ; c finalmente concludeva sempre contro li Veronesi. Quest’c il prospetto affliggente della esaurita commissione , e per quanto abbia cercato di temperare le male disposizioni del Generale, non vi sono riuscito, quantunque abbia trattato sempre con modi tranquilli e cortesi verso di me. Da tutto ciò, e da nuove voci di qualche Uffiziale ho potuto comprendere, che la Divisione si dirige a Legnago per cader sopra Verona . Spedisco dunque le nuove relative conoscenze immediatamente alle Cariche a quella parte per norma delle loro direzioni. Se in tanta gravità di momenti e di circostanza la mia infelice opera non è stata fruttuosa, lo sia almeno un cangiamento di circostanze a favore della mia Patria. Grazie. Padova 24 Aprile 1797. Zan Francesco Labia Cap. V. Podestà . Siamo ormai giunti colla nostra narrazione all’infausto momento, nel quale, rese inutili le trattative tutte de’ NN. HH. Provveditori Estraordinari, e perduta ogni speranza di più oltre sostenere la difesa, tutto offriva l’aspetto delle più grandi sciagure alla sfortunata Città di Verona. Fu dunque deliberato, come da’Dispacci de’giorni 23 , e 24 avrà raccolto il Lettore, di maneggiar un accordo, e ne fu da’Provveditori medesimi a questo fine formato il già trascritto Piano. L’improvviso attacco di gotta sopraggiunto al General Conte Stratico fece si, che in sua vece fosse prescelto al maneggio il Segretario Co: Rocco Sanfermo, cui furono dati per compagni il