io8 inaspettato , e tacito ritiro , non ho perduro momento di richiamar rinforzi in Città, eccitando li Capi delliComuni a radunar Gente ; ed ebbi il conforto di veder in breve un numeroso concorso di sudditi fedeli a V. S. ed a VV. EE. Garantitomi in tal modo da qualunque tradimento potesse essere macchinato contro quelle popolazioni, e Città per parte di Terra, rimaneva il Paese esposto per difetto di Artiglieria dalla parte del Lago. In fatti jeri mattina si videro a comparir sette Cannoniere Francesi , comprese due Feluche dalla via di Peschiera, le quali, postesi in linea a tiro di Cannone contro Salò, imponevano negli animi de’fedeli Abitanti . Ho tosto spedito al loro bordo il Tenente Zapoga per rilevar l’intenzioni di quel Direttore, e gli fu solamente risposto, che quanto ptima il Comandante della Flottiglia avrebbe innoltraro un suo Uffiziale a conferir colla mia divota persona. Momenti dopo sbarcatosi questi venne ad esibirmi l’inserto Foglio originale al Num. i, dal quale avranno motivo V. Serenità, e VV. EE. di desumere le avanvate pretese, e minaccie di quel Comandante, che esigeva l’immediato disumo di tutta la popolazione, e «ielle Valli ancora, o altrimenti avrebbe agito ostilmente. A tali stravaganti, ed ingiuste proposte ho creduto rispondere, che dal mio Sovrano era stato spedito a dirigere questo Popolo armato contro i Ribelli facinorosi, e che sen?a un cornando del medesimo sarebbe in me un delitto di farlo disarmare con quei di piò , che dal Foglio di mia risposta al Num. 2, degneranno V. S. e VV. EE. rilevare. Non valsero ad ottenere una qualche dilazione di .tempo nemmeno le aggiunteli ragioni con altra mia scrittagli, come umilio al Num. 3, e vedendomi in una sì terribile situazione, feci ricercare a quel Comandante , qual garantia mi potesse dare contro le imprese de’ Ribelli Bresciani al caso del disarmo , come al Num. 4. Mi fu con altiri-gia su! momento a voce risposto da quel Comandante col mezzo di altro suo Uffiziale, che mi dava tempo a decidere mezzo quarto d’ora senza altri trattari a riserva o del disarmo, o deile ostilità , che avrebbe usate contro il Paese. Nello stesso tempo permanenti le Cannoniere, e Feluche in faccia alla Città a tiro di cannone, sfilarono sul Colle di Santa Catterina li 300 Francesi , che erano acquartierati, come rassegnai, da qualche giorno fuori della Città, e con qualche rinforzo dalla parte di Decimo facevano un aspetto imponente . Senza perdermi tuttavia di coraggio mi determinai a garantire i diritti di V. S, e di VV. EE., ed in pari tempo eseguire li demandatimi Sovrani voleri di mantenere sulla difesa i Popoli armati, commissionando il Capitan Zulati a disponevi, e comandarli sulla difesa, e nel mentre mi portava in persona per la Città, e verso 1« Porte, ove si concentravano i maggiori rinforzi per respinger al caso la forza, che esisteva a Santa Catterina, e quella, che potesse sopraggiungere, si cominciò un vivo can-nonamento dalle Barche , e Feluche Francesi per lo spazio d’un* ora circa , che senza intervallo l’una dall’altra rovinarono le prime Case sulla riva del Lago ; allora per salvar il Paese ho ordinato di spiegar Bandiera bianca per far sospendere le ostilità, e per trattar in qualche modo con quel Comandante , di cui per altro niente compromettendomi , risolsi di ponermi in salvo, ritirandomi non troppo discosto sopra un’alpestre rimota situazione, mantenendomi per altro in comunicazione col paese. Non davano retta sulle prime allo spiegato segno , continuando il cannonamene, per cui era in estrema angustia la Città, da dove fuggivano tutti per li monti a riserva della forza armata , che anzi con inrrepidezrS resisteva, ed impediva l’avanzamento delli Francesi dalla parte di Terra, e del Lago. Cessarono finalmente le ostilità ai replicati segni di pace, che anche Io stesso Paese richiese senza però disarmarsi .