14-8 ta Vescovo , facendo prigionieri 70 soldati Francesi . Il Conte Nogarola fece lo stesso della Porta S. Giorgio cogli Abitanti, e Spadacini al di dentro, e li Villici aldi inori; ma convenne a quella parte spargere molto sangue, cd impiegar molto tempo dall’un lato, e dall’altro prima, che 80 circa soldati rimanessero prigionieri. Si combatteva alle Porte, gmocava-no le batterie del Castel Vecchio, lor-ché scortato da una Civica Pattuglb comparve alle Porte del Palazzo il Beaupoil assieme a due Ajutanti ; ma conosciuto appena dal Popolo, balzatogli addosso, presolo per i Capelli, e per altri tali modi, che lo lasciarono mal concio, lo disarmarono assieme agli Ajutanti ; a molta fortuna essendo riusciti gli Ufficiali a preservarlo dalla morte. VV. EE. possono ben invaginarsi qual furore abbi Egli palesato pretendendo leso il diritto delle Genti , come Parlamentario , e sebbene fosse sua la colpa di non aver atteso il concertato arrivo della scorta Schiavona , tuttavolta non siamo mai riusciti a farlo desistere dall’ accusare di tradimento il popolo. Entrati in colloquio, e chiestagli la causa, per cui il General Balland portato si_ fosse all' eccesso di attaccare con artiglierie una Città, che per oltre dicci mesi aveva esercitati gli atti i più ospitali verso la Nazione Francese, e che apparteneva ad un Principe amico della sua Repubblica ; ci rispose, che vi aveva data origine l’uccisione di un Capo di Battaglione , praticata dagli Abitanti con tre altri Francesi, momenti prima, che fatto si fosse il fuoco dalli Castelli. Aggiunse egli, che ciò non era stato di suo consiglio , che anzi aveva estesa una Lettera , che cr mostrò , per reclamare il fatto, ciò che però é contrapposto da alcuni privatr rappojti , c dalle voci stesse Francesi, che assicurano esser egli principale macchinatore della tra* ma ordita. Ad ogni modo procurando di cogliere tutto il partito possibile dalla disposizione, in cui si mostrava di essere apportatore di tranquillità , ab> biamo ottenuto da esso lui , che col mezzo di Parlamentario rilasciasse ordini precisi , onde cessar avessero le ostilità da’ Castelli , e fosse avvertito il Corpo Francese, che si avanzava da Peschiera in soccorso de’suoi, che sospender avesse b marchia. Condiscendeva egli a queste nostre richieste ; ma l’animo suo non poteva a meno d’essere maggiormente irritato e per i clamori degli Abitanti , che ad onta d’ogni destra misura non lasciavano di violenti elevarsi, e perché ad ogni momento cresceva il numero de’Prigionic-ri di sua Nazione , fatti da’ nostri , portati al di là di joo Individui; contro i quali, per vero dire, si é sfogata la giusta vendetta di tanti mesi di affanni. Ad ogni modo entrati i n discussione dell’affare coll’oggetto di tranquillare il popolo, e togliere allo stesso 1* apprensione, che le commesse uccisio* ni, sebbene provocate, spinger potessero l’animo de’Generali a qualche vendetta, abbiamo non senza moke difficoltà seco lui convenuto ; che tirar si avesse un velo sull’ occorso, riconoscendolo in colpa di fortuite circostanze per una parte c per l’aitra, senza che portar avesse giammai la menoma alterazione alla buona armonia , che passa fra le due Nazioni, ed i Veneti Comandanti . Che si sarebbero fatti sortire dalla Città i Corpi armati de’ Villici, che vi erano entrati, che in ricambio non sarebbero entrati néCor-pi, né Truppe Francesi, che si avvicinassero alle sue mura ; che le Guardie avrebbero ad essere mantenute sul piede di prima; eh« la forza reciproca nella Città e Castelli rimarrebbe sul piede, in cui si trovava, e che in fine per palesare in fàccia agli Abitanti il riguardo, ed il sentimento, che ad essi professava , come che al Governo , ed ai suoi Comandanti, avrebbe fatta, e stampata una Proclamazione, che pur da noi si sarebbe viceversa distesa per contenere gli Abitanti nella moderazione prescritta dalle Pubbliche massime, e che quanto al disarmo de’Villici ; ch’egli aveva messo a campo, questo