<-* 230 favorevole alla causa cattolica. Ritornato Smaragdo al governo di Italia, gli rinfresca subito la memoria dello zelo dimostrato dallo stesso nella sua prima venuta. A conchiudere, nulla lasciò intentato il santo pastore per ottenere lo scopo tanto importante della riduzione degli scismatici, e se non gli riuscì di vedere aifatto estirpato il mal seme, si può dire che ebbe la consolazione di vederlo scemalo di molto, e la totale estinzione avvenuta dopo la morte di lui sotto Sergio I, debbe riconoscersi a buon diritto come un effetto che Gregorio avea alla lunga preparato. E vero per altro eh’ egli non ebbe prima di morire neppur la consolazione di vedere solennemente e pubblicamente in parte la diocesi di Aquileja ritornata alla cattolica unità ; consolazione, ch’egli avrebbe avuto se fosse durato in questa vita due anni di più, quando cioè, morto Severo in Grado, fu innalzato un metropolita cattolico a successor di Severo, e questi fu Candidiano, mentre per opera dei Longobardi, ad istigazione dei vescovi loro soggetti, venne poco dopo eletto altro vescovo in Aquileja l’abbate Giovanni scismatico. Da questo punto data propriamente la serie dei metropoliti di Grado cattolici, da cui ebbero origine i patriarchi di Venezia, mentre una serie parallela di vescovi scismatici seguitò per alcun tempo in Aquileja. Questa doppia serie di vescovi di Aquileja nuova o Grado, e di Aquileja vecchia, produsse alquanto di confusione negli storici delle prime nostre cose ecclesiastiche, ed eziandio in questo brano della storia ecclesiastica. Quindi c che vi furono alcuni, i quali ritrovando subito dopo Gregorio registrati i vescovi di Aquileja cattolici, credettero che immediatamente in quell’ epoca avesse cessato lo scisma in tutta la Venezia, mentre nel solo fine del settimo secolo, sotto Sergio I e per le ammonizioni dello stesso, si ottenne, che Pietro, patriarca di Aquileja, convocato un sinodo, rinunziasse pubblicamente allo scisma, e desse principio all’ universale e completa riunione di tutta la diocesi di Aquileja colla Chiesa romana e col suo capo, senza che però rimanessero in niun modo pregiudicati i diritti metropolitani della sede di Grado. In questa proiezione dei diritti già acquistati dai metropoliti