70 oJ> la Dalmazia. Parecchie furono le guerre contro ai Padovani dei confini. Quando la repubblica padovana stava, erano guerre di due popoli giovani ; brevi e generose ; ma quando in Padova non ¡sventolava più il suo vessillo colla croce rossa, ed il popolo levò in alto la casa da Carrara, le guerre furono lunghe, e fra signoria assoluta e repubblica adulta. Lo storico di Venezia esaminerà le lunghe guerre eh’ erano contro i Carraresi, non contro i Padovani ; vedrà se lealmente abbiano operato sempre cotesti distruttori delle franchigie di una città nobilissima e benemerita della penisola. Ma intanto che fuori succedevano tali avvenimenti, i Veneziani andavano incontro ad un gravissimo pericolo, e per poco che non sovrastasse loro la sorte delle altre città d’Italia. Marino Falier, uomo ricco e potente, e sebbene vecchissimo, pure giovane dell’ animo, s’era più volte dimostrato violento e senza modo. Podestà in Treviso per la repubblica, egli schiaffeggiò in pubblico il vescovo. Fatto doge, avvenne che in un festino pubblico, Michiele Steno, giovane nobile, corteggiasse una donzella, forse più che noi concedesse la maestà del luogo, e preso il doge da ira, lo fece cacciare. L’insulto pubblico dolse forte al giovane, e nel primo moto della collera, uscito della sala entrò in altra, e scrisse sulla sedia ducale parole ingiuriose contro al doge, insultandolo nella parte più delicata di vecchio, marito a donna giovane. Fu tradotto innanzi ai quaranta, che, vista 1’ età dello Steno, compatito allo errore subitaneo, non meditato, venuto da un primo moto di collera, secondo dice il Sanudo, cronista diligentissimo, fu condannato ad un esilio temporaneo, e ad essere fustigalo con code di volpe. La sentenza non satisfece al doge ; che il vecchio marito volea sangue. Accadde che in quel tempo alcuni gentiluomini maltrattassero dei lavoratori nell’ arsenale, i quali, arrecatisi delle offese, ebbero ricorso al doge. Rispose, non avere autorità, egli stesso offeso senza che fosse giustamente vendicato. Ascoltò le parole di distruzione dell’ ordine presente del governo ; si lasciò sedurre dall’ idea di farsi signore assoluto per la forza del popolo. Col nipote, e con altri gentiluomini, ordì una trama, per la quale i congiurati doveano uccidere tutti i