176 contare , e che forse gli fu ingiustamente attribuita. Suo cognato il Deftar-Kiaya, o ricevitore delle .finanze , cadde malato, e mi fece chiamare. Egli era a letto nel suo harem, ed io godeva di trovane 1’ occasione d’ entrare in quel -soggiorno dipinto con sì bei colori da’ Romanzieri. Un vecchio di selvaggio aspetto e colla barba bianca , portando un mazzo enorme di chiavi, un vero cerbero in somma, dopo avermi fatto annoiare per un’ ora intera sotto mia capanna, venne ad aprirmi la porta del sacro recinto , e presomi piuttosto ruvidamente il braccio , mi spinse in un andito dal quale passai in un cortile. Era questo di farina quadrata , piantato d’ alberi, ed eravi un’ acqua presso alla quale alcune Negre lavavano con sapone. gite mettendo alte strida. Finalmente Appena mi videro , si posero