35* V. E. E. Io gli risposi delle cose generali , dedotte delle Pubbliche sapienti Massime: facendogli principalmente conoscer , che l’Eccellentissimo Senato ha fatto consister sempre la sua tranquillità, e la sua sicurézza nel non meschiarsi nelle Politiche differenze , che fra le Potenze andavano insorgendo, e nell’osservar scrupolosamente un’esatta imparzialità, onde non dar giammai motivo ad alcuna di cangiar quei principi di buona armonia, che felicemente ora sussistevano tra la Repubblica, e tutti li Governi dell’Europa. Egli mi rispose, che tutto questo valeva moltissimo , ma che 1’ Eccellentiss. Senato doveva con la sua Sapienza e prudenza non perder di vista un avvenire , che non si poteva ben ravi-sare cosa sarà per essere , e che fatalmente la presente Guerra poteva aver dato motivo all’imperatore di protestar un qualche malcontfntamen-to contro li Veneziani, e recar per conseguenza loro in seguiti una qualche incomoda molestia. Queste ultime pgrole me le disse nel momento , che io mi era già da lui congedato, e per conseguenza potei dispensarmi dal fargli un ultérior risposta. Io non azzarderò di presentar riflessioni a V. V. E. E. sopra li motivi, che possino aver indotto quel Ministro a tenermi un siffatto discorso, mentre la somma sapienza dì V. V. E. E. sa tutte prevenirle, e la mia insufficienza inutilmente occupando un tempo troppo prezioso alle somme cure dell’Eccellentiss1 Senato, non potrebbe indicarne che di pcco adeguate. Grazie . Parigi 13. Decembre 1796. Alvise Querini. Giunto a Venezia un Dispaccio di tanta rilevanza, e che dirsi poteva l’ancora della speranza in mezzo all’orrenda tempesta che minacciava di subbissare la Repubblica, gl’inquisitori di Stato o deliberando da se, o di segreta intelligenza co’Savj^ in una materia affatto Politica, e quindi non loro propria, ma unicamente dipendènte dalla Sovrana autorità del Senato (cui perciò fu il Dispaccio del Nobile Veneto diretto) risolvettero di tutto occultare al Senato medesimo. Scrissero percciò nel giorno 7. Gennajo 17577. al N. H. Querini, che se il Baron di Sandoz-Rollin li rinovasse il discorso della progettata Alleanza , dovesse egli con una evasiva risposta sottrarsi affatto, nè mai addossarsi l’incarico di riferir all’Eccell. Senato. Di fatto nel giorno 7. Marzo il Prussiano Ministro, portatosi in per-■ ' .V so-