340 simile a quella di Livorno. Qjiel Paese non è certamente tranquillo. La sua Neutralità armata senza armi va a rischio di costarle cara. Un Amico mi dice. Li Francesi cercheranno de’pretesti anche con Venezia sicuramente . Si dice , eh’Ella armi ; se non armerà fortemente , sarà calpestata anch’Essa. £' vero, eh’è tardi, e che armando fortemente potrebbero li Francesi inquietarla con qualche dimanda : ma il loro Armamento, seguindo in Dogado , non sarà tanto sensibile , e quando io fosse, potranno sempre plausibilmente rispondere, che armano per tenere in freno i Sudditi nel caso esternassero movimenti indicanti il mal contentamento , che provano della stazione de’ Francesi in Stato Veneto , e per difendersi dalli Tedeschi nel caso, che li attaccassero per la parziale ospitalità accordata ai Francesi stessi . Questa risposta per la prima parte li porrà in qualche pensiere nella seconda non potranno eh’ essere grati, e ne valuteranno sempre l’arguzia . Armino , armino , continuò a dirmi, e portino le loro forze a 40. mila Schiavoni ; ed a 4000. Cavalli almeno, completando li Reggimenti, che hanno di Cavalleria , Armino , se non vogliono essere esposti, come tutte le altre Potenze d’Italia. Un> Armata d’osservazione in Dogado, o vicinanze sarà sempre pronta a tutto, e terrà basso l’orgoglio Francese : poiché temerà sempre di trovarsi in mezzo a due fuochi . Mi disse molte altre cose , e mi fece veramente capire la vera utilità di tale armamento . Si vis Pacem: pan lellum . Abbiamo riferito di sopra, che il Sig. Lallement Ministro di Francia nella sua Intervista col Cav. e Procurator Francesco Pesaro nel giorno 9. Luglio cominciò il suo discorso dal dimostrare la maggior riconoscenza per la gentile, e satisfacente risposta, fatta dal Senato al di lui Promemoria diretto a ricercare, che rischiarati gli fossero li veri oggetti dell’armamento delle Lagune} ch’egli riconobbe giuste le lagnanze della Repubblica sulla violenta, ed ostile maniera di operare de’Comandanti Francesi, consigliando il Senato a fare le sue rimostranze al Direttorio Esecutivo. Ora faremo vedere la mala fede di questo perfido Ministro, e come egli tentava d’illudere i Veneziani. Il N. H. Alvise Querini col suo Dispaccio del giorno 2(5. Luglio iypó. scrisse da Parigi agli Inquisitori di Stato; occludendo una Nota del Ministro degli affari esteriori la Croix 8. Ter-