337 la sua spiegati disposizione di ricévere per iscritto nello spazio d'un ora ciò, che eravamo incaricati di significargli. Convenne sopprimere la forza dell’estrema angustia, che ci strìngeva, e rasserenarT animo per ren* derlo atto a concepir una Carta, che senza entrar in contestazioni di fatti , o argomenti di diritto, cattivasse al possìbile l’animo del General al l’oggetto essenzialissimo dell’affare, cioè, la Politica esistenza della Re. pubblica, e de’suoi Stati. Estesa questa, qual ci concesse l’ angustia di quei momenti, e l’invincibile peso di tanta responsabilità, e del senso di tanta Pubblica calamità , la rassegniamo in copia. Abbiamo studiato di mostrarli interessata la gloria della Nazione Francese nell’indicazione de’mezzi atti a combinare colla sussistenza della Repubblica Veneta, e de’suoi Stati gli oggetti propóstisi dalla Francese nell’ uso già divisato , ed intrapresso delle sue armi . Ci dissimo bramosi d’incender da lui questi mezzi, e disposti a tal oggetto a trasportarci in qualunque luogo, e tempo fosse per indicarci. Nemeno questa ebbe accoglienza, benché sia stata accompagnata dalle avvedute rappresentazioni del N. H. Luogotenente, che si portò 'a presen. targliela : sicché disperavimo assolutamente di poter aprirci più in verun modo la strada per recarci a lui ; tanto più che incaricò il Mocenigo d> consigliarci a partire immediatamente , e trasferirci fuori del Continente, che ormai riputava di sua appartenenza. Non possiamo esprimere il nuovo contento vieppiù forte d’ognuno, quando ci vidimo offerto di presentarglici con la SU3 lettera , che in ori* ginale rassegniamo , mandataci alle due ore per un suo Ajutante. Sorpassa in questa affatto ¡a nostra lettera, risponde all’antecedente scrittagli da Ernhaugen li 26. caduto sull’avvenimento del Lido j e la qualifica un teismo di menzogne, inventate dal Governo per giustificar un fatto orribile, nuovo nelle Storie delle Nazioni moderne. Tinti come siamo del sangue Francese , dice , che non poteva vederci prima , che non gli fossero consegnati 1’ Ammiraglio, che ordinò far fuoco, il Comandante del Castello, e gl’inquisitori di Stato , che presiedono alla Police della Città , ed allora ascolterebbe le nostre giustificazioni : che in tanto ci consigliava uscire nel più breve termine dal Continente d’Italia. Da queste premesse poi passa ad invitarci a lui, quando il Corriere , che ci comandò di riavicinarlo , sia stato relativo a quest’argomento. Per maggiormente angustiarci non ci fu concesso un momento, dicendoci 1’ Ajutante, che Sonaparte partiva tra pochi momenti, mentre alle 10. era Y tut*