3*3 Retrìbaeadosì quindi per tutto questo i meritati sensi di laude alle provide cure del Cittadino, il Senato all’ oggetto di mantenere l’affluenza dei Generi tutti necessarj al sastarnento di questa Città , Io incarica di versare prontamente coll'intelligenza de’competenti Magistrati su i mezzi , che agevolar potessero la loro continuata, abbondante affluenza, per produrre in seguito , quanto Egli credesse necessario all’effetto medesimo;e sarà pure della di Lui diligenza il tenersi costantemente in attenzione delle pro-renienze dei Generi, eGcmestibili per riportarne il loro risultato a Pubblica cognizione. E delle presenti sia data copia al Commissario Pagador , e per quanto a cadauno di essi spetta alli Magistrati alle Biave , Reggimento Arsenal, Deputati alle Tariffe mercantili, Provveditori ed Aggiorno sopra Mona-steii, Magistrato alla Sanità, Savio alla Scrittura, Provveditori alla Giustizia Vecchia, e Magistrato sopra Ogli per lume, ed esecuzione . Sebastian Cesare Vignola Segretario . Con queste salutari Provvidenze, dirette alla più decisa custodia, c .vigorosa difesa dell’Estuario e della Dominante , si disciolse il Senato nella sera del 2p. Aprile . Siccome era ormai del tutto smascherata la perfidia Francese , ben a ragione connobbe quell’ Sovrano Consesso, che usurpate sotto pretesto di Ospitalità le Provincie, minacciata in ul« timo veniva la Capitale stessa: e che perciò era d’ uopo di far uso de’validi mezzi di difesa con tante sollecitudini, e dispendj approntati . Ma se tale era la fermezza , e la doverosa costanza del Senato, i Corifei della fellonia rivoluzionaria ritrovarono la maniera di eludere le di lui sanzioni. In fatti sopraggi unto nel giorno 30, Aprile il Dispaccio ( spedito da’ N. N. ti. H. Deputati al General Bonaparte Dona e Zustinian da Gradisca sotto la data del 28.) in cui per la prima volta si ¿piegavano le intenzioni di quel Generale di alterare la forma del Veneto Governo, fu colto da’Savj felloni questo punto per evitare le legali adunanze del Senato, e quindi l'ingerenza, e il giudizio del Senato medesimo. Pensarono dunque essi di convocare nelle private Camere del Doge una Conferenza illegale, spuria, e contraria alla Costituzione della Repubblica, da cui il grand’affare della Politica sua esistenza si decidesse. A maggior lume delle cose, che X 2 si“* Aprile I7P7*