-Cjo 82 <^=~ avuto la curiosità di fare studi lunghi su questi soggetti. Noi, seguendo il nostro proposto e l’indole della scrittura presente, ci contentiamo di presentare alquante riflessioni. Incominciamo dal Carmagnola. E prima di tutto replichiamo la nostra fede, che scrivendo istorie si debba portarsi a’ tempi ne’ quali succedettero gli avvenimenti e all’ ordinamento della repubblica. Sappiamo pur troppo che i nostri capitani di ventura italiani erano appaltatori di carne umana, non ancora carne da cannone, come si vuole affermasse il Bonaparte ; ma i soldati, clic erano mercenari e combattevano senza ira e senz’ altro scopo fuorché lo stipendio, ai quali quando cessavano le guerre, cessavano pure gli stipendi, si mutavano in masnadieri ; i soldati erano carne da frombole, da alabarde, da spade. Codesti illustri appaltatori non aveano fede che nel denaro. La repubblica di Venezia, se ne serviva per gelosia dei propri cittadini ; pel timore (e che fosse savio e ben fondato, questo non è luogo da giudicare) che, prevalendo nelle armi, mutar potessero Io Stato in signoria di un solo uomo, di una sola casa, come fecero i Visconti in Milano, i Gonzaga in Mantova, gli Estensi in Ferrara, i Medici in Firenze, e tanti altri in tante altre parti della penisola. Avevano i nostri la somma delle cose pubbliche in mano di codesti capitani di ventura, e se da un lato dovevano allettarli con premi generosi, dall’ altro era suprema necessità dello Stato mantenerne intatta la fede fino a che durava il contratto. Triste e misero spediente è la paura in tempi, nei quali regni ragione, e la giustizia dei reggitori possa non discostarsi dalla ragione e dalla giustizia universale. Ma quelli non erano già tempi di ragione e giustizia ; lo attesta la storia miseranda del nostro paese. Il Carmagnola fu valoroso capitano ; anzi fu il capitano valorosissimo de’ suoi tempi. Ma per quante buone ragioni si vogliano addurre in sua difesa, non fu al certo fedele al Visconti. Vendette sè stesso ai Veneziani ; i Veneziani lo ricolmarono di onori e di ricchezze ; lo scrissero fra i nobili padroni dello Stalo. Ma cerio che dovettero vigilare sul suo procedere; che i falli di lui anteriori