s4 Gennaio di ad essere spalancate, per cosi dire* le porte de’pubblici Stati a’ia» 1J95- dri, ed assassini sulla ferma fiducia, che questi ladri ed assassini non avessero coraggio di entrar in casa nostra , perchè noi ci professavamo loro amici, ed operavamo lealmente verso di loro. Tali erano tuttora le professate massime de’Savj, e conseguentemente quelle del Senato nell’anno Nel giorno 7. Genrajo di quest’anno giunse al Tribunale degl’inquisitori da Genova una Nota Ministeriale di quel Governo col mezzo del Veneto Console Gervasoni , in cui si dava avviso si al Governo di Milano, come a quello di Torino,, e di Venezia d’un fa,moso scellerato chiamato Eudriya, il quale aveva fatto morire 200. persone innocenti a Lione, aveva rubato la cassa con due millioni ec. e si davano in precisi termini i contrrsegni dl costui ec., così pure di un certo Camillo Caldo Nobile Corso viaggiatore sotto il nome di Antonio Calvi partito da Genova per Venezia. Costui aveva un costante carteggio coll’ Assemblea occulto nel fondo del suo capello ec. Febbr. Non trascurava in tanto il Sanfermo dalla sua residenza di Basilea l793‘ di ragguagliare il Senato, ed anche gl’inquisitori di Stato di tutte quelle utili scoperte, che andava alla giornata facendo. Col suo Dispaccio 17. Febbrajo, diretto agl’inquisitori, raccontava i grandiosi preparativi de’Francesi per la nuova campagna, e particolarmente per l’Italia. Che v’era qualche lontana speranza di accomodamento colla Prussia. Che aveva rilevato da molte persone influenti al Comitato di Salute Pubblica, da Bartnelemi, e dagli Agenti Prussiani, che la Francia brafnaua segnare la pace colle, secondarie Potenze , riguardando la Prussia, la Casa d’Austria, e l’Inghilterra r come le principali Nemiche, onde abbatterle. Che 140. mila uomini, e la squadra ciì Tolone erant> destinati per l’Italia. Che il piano d’attacco era opera del General Scherer. Che si procurava in tanto d’indurre la Corte di Torino alla pace. Che il Comitato di Salute Pubblica aveva disegnato di stabilir i confini della Francia da’Monti, dal Mare, dal Reno ec. Che voleva rispinto l’imperatore di là da’ Monti. Che del Milanese si darebbero de’compensi al Re di Sardegna , al Gran Du-