39° massime politiche dell’ Eccellentissimo Senato gl’importanti oggetti di sua Economia, e quelli delicatissimi del possibile sollievo, e della tranquillità de’suoi Sudditi, troppo grave sarebbe il mio rimorso d’aver a questi chiuso ogni adito per l’inflessibile mia fermezza nel resistere di presentare un tal progetto alla Pubblica autorità. La somma sapienza di VV. EE. bilanciando tutti li pericoli dell* ade* sione, o del rifiuto , vorrà dirigire 1’ obbedienza mia con la sicura scorta delle precise loro commissioni, le quali ben conosceranno , quanto importi , che siano sollecite, giacché nel caso che secondata venga dal Generai Massena la petizione del Ministro colla spedizione d’un Uffiziale. questa potrebbe assai sollecitamente verificarsi e quindi fra brevi istanti potrebbe dal Ministro medesimo venirmi rinnovata la ricerca del progettato abbocca mento . E se venissero V. V. E. E. nella determinazione di autorizzarmi a prestarmici , oso col maggior fervore dello spirito d’ implorare dalla loro grandezza le più chiare, e dettagliate istruzioni, onde in tanta gravità, e delicatezza di argomento, e nella forma insolita di tale trattazione, sostenuto il mio animo da sì- valido presidio possa con minor trepida-zione tutto occuparsi a promuovere, e possibilmente assicurare li veriog* getti del reale servizio dell’adorata mia Patria. Grazie-. Venezia li 33. Febfaro 1796. M. V. Francesco Pesaro K. Pr. Deputato. In sequela di questa Scrittura nel giorno 25. dello stesso Febbrajo, essendo Savio in settimana il medesimo zelante, e benemerito Citta» d'ino Francesco Pesaro, fu trattato l’affare in Senato, e dopo molti dibattimenti fu con 71. -voto contro 68. rigettato il Decreto, che l’autorizzava alla Trattativa al caso, che giungesse l’Uffiziale delegato dal General P*iassena. Il fatto si è, che non giunse mai detto Uffiziale, giacché il piano de’Generali Francesi era quello di mantenere l’armata, e di arricchirsi es,si medesimi a carico de’Veneziani, e quindi una concretazione, che frenasse le loro ruberie, iion era dì loro genio » Mentre con tanto zelo il N. H. K. Pesaro maneggiava gli affari dell’adorata sua Patria, il N. H. Francesco Battaja Provveditor Estraordinario, che risiedeva in Brescia, attorniato da una Corte corrotta, si studiava con replicate querele di censurare la condotta zelasi«