p sciato, e per licenziarmi con destri modi, onde evitare specialmente, dopo che avevo al mio arrivo scritto il mio nome sulla lista della pubblica consegna, i sospetti che in presente coi là regnano, e si spingono all’ estremo , paliai il mio distacco sotto pretesto d’ una amorosa avventura, che mi aveva condotto a Milano. Ritornato dal Serpieri per la medesima via, e nel medesimo luogo di prima, arrivò pochi momenti dopo l’Uffiziale francese Landrieux capo del- lo Stato maggiore deJIa Cavalleria, ed alloggiato nella medesima Casa Albani. La di lui figura, e fisonomia non mi presentò niente di significante nè in bene, nè in male, picciolo di statura, gracile, tarmato, di capigliatura nera; un poco calvo,, occhj vivi, ma lagrimanti por un visibile calore, con due piccioli baffi, vestito nei suo uniforme, parlando male l’italiano: appena indicatogli dal Serpieri l’oggetto di mia venuta, si pose ad assicurarmi dell’onestà del suo carattere, ¿leil’avversione concepita alle rivoluzioni, vantandosi d’averne una impedita in Spagna , come intende di far nello Stato Veneto ? che il movente a questo passo è il decoro della Nazione Francese, calpestato dal General in Capo Bonaparte, dal Direttorio, e dai Consigli , eh’Egli dipinse coi più neri colori; epitetandoli nel modo più triviale, era il sentimento dei beneiìcj, che l’Armata Francese risentiva dall1 amicizia costante della Veneta Repubblica, era un sentimento d’umanità, e finalmente il desiderio della pace , eh’Egli calcola tra un mese fatta colla Casa d' Austria , quando sia impedita la rivoluzione nei Stati Veneti, mentre in caso contrario, egli non scorge più limiti all’ambizione di B'-ionaparte , pur troppo anelante alla Sovranità dell’ Italia , nè più stradi di conciliamento coll’Austria. A questo discorso poco favorevole alla Repubblica Francese ed al di Lei Generale inCapo mi feci sol'ecito di protestare, ch’era espressamente vietato di dar ascolto a proposizioni, che in modo alcuno comprometter potessero la buona armonia del Veneto col Francese Governo , credetti questa protesta necessaria per contenerlo , e levargli ogni speranza di poter condurmi in politici imbarazzi , contrarj alle massime di V. E. , ai pubblici oggetti , ed alla mia medema personal sicurezza. Mi dichiarò Egli allora , che la rivoluzione dello Stato Veneto era l’opera d’un Club rivoluzionario di Milano, del quale è Capo il Cittadino Porro, ed invidui molti Sudditi Veneti, de’quali m’indicò il nome come in appresso , die i Francesi direttamente non vi avevano parte , ma che scop- «