223 cano il Sovrano permesso di prendere al caso di bisogno a Livello quelle somme, che occorressero, onde supplire a quei pesi , che la circostanza esigesse, e che alla pubblica maturità piacesse di loro imporre, come risulta dalle altre due parti N. z. e 3. Generalmente assicurar posso V. Serenità dell’ottima disposizione di queste popolazioni di sagrificar anche le proprie sostanze alla comune sicurezza , e del vivo desiderio, che le fatte oblazioni vengano realmente ac- Luglio cenate, come si lusingano, sieno per essere benignamente accolte. Grazie. iyg6. Bergamo 8. Luglio 1796. • Alessandro Ottolin Cap. Vice Podestà. Giunto a’Savj del Consiglio il Dispaccio Dttolini, parve, che a vista di sì generose oblazioni de’Sudditi si svegliasse in alcuni di essi il sentimento del sacro dovere, che ha il Principe di proteggere la vita e le proprietà de’Sudditi, e Sudditi tali, che si offrivano senza riserva alle saggie sue deliberazioni « Per non procedere tuttavia senza esame- in affare cosà delicato, e che esigeva la masima segretezza nel combinarlo, con una così detta Ricercata il Senato delegò la cognizione , ed il maneggio a’Capi dell’Eccelso Consiglio de’ X. da’quali fu rimesso alle secrete vie degli Inquisitori di Stato. Ecco il Decreto del Senato ( 1 ). 1796. 12. Luglio in Pregadi. Il benemerito contrasegno di affettuosa divozione, e di fedele sudditanza, che deriva al Senato da varie Comunità, e Valli della Provincia di Bergamo nelle spontanee offerte con lodevole fervore da esse esibite , come risulta dalle respettive loro Parti, meritando i più marcati riscontri del Pubblico aggradimento, non meno che le conoscenze più certe, ed individue ( 1 ) Da questo rilevasi ad evidenza l’involontario abbaglio del benemerito e zelante Autore della Lettera Ingenua ad un Amico, in cui viene descritto ■l'avvenimento della Distruzione del Veneto Governo Aristocratico : il quale alla Nota XI. così scrive: „Nel Mese di Luglio 1796. col mezzo del N. H. Alessandro Ottolini „ Rappresentante di Bergamo furono presentate al Senato le più piene esibizioni di » quella Città , e Territorio per l’armo di 10. mila uomini, non richiedendo che „ Uffiziali' e furono tali offerte rigettate Vedi Dispaccio Rappresentante di Berga-.,,1110 8. Luglio 1796. „ Il Senato dunque, come lo dimostra il Decreto, non rigetto, anzi accolse 1’ Offèrta . Lavorarono indeffessi gl’inquisitori di Stato per ridurla_ a pratica, e vi riuscirono. Diremo poi a suo luogo come la maggioranza de’Savj «eluse ogni cosa senza Jt’assenso, anzi sensa saputa del Senato.