&o8ì c§l ¡promemoria : di cui ne resi pur intese VV. EE. , venni a sapere, che* il General Buonaparte aveva scritto al Direttorio, che dalli Sudditi Veneziani erano stati uccisi 2.7. Francesi, che una Nave Veneta in Gol-fa aveva impedito, che una Fragata Francese s’impadronisse d’un Convoglio, apt, tenente agli Austriaci , che esso Generale aveva spedito un sjlp Ajutante a Venezia per domandar a VV. EE. , se la Repubblica era in pace, o in guerra colla Francia: che il Proclama, qui sopranominato, eresiato anche da esso Bonaparte fatto tenere al Direttorio; che grandissima era l’irritazione, che a tali notizie in alcuni de’membri si era risvegliata a segno, che fu proposto di mandarmi subito in questa Casa di V* Serenità due Giandarmi jkr tenermi come in ostaggio, ed ì n vigilar li miei passi; ma sul riflesso , che fu da uno di loro fatto, che bisognava ( attendere gji ulteriori rischiaramenti sopra tutti questi avvenimenti , che il General Buonaparte sì era riservato di dar in seguito al Direttorio, fu sopraseduto; ma per altro volendomi far vegliar da vicino dal* la Polke, e temendo forse, che io potessi improvisamente di qui partire . VV.EE. possono ben facilmente imaginarsi il mio stupore, e la sensazione dolorosa, che tali relazioni recarono al mio animo Cittadino. Trovai per altto troppo necessario non perdermi di coraggio in tal circostanza , onde tentar di venir hv. chiaro della ^veriià di quanto mi era stato riferto, e cercar possibilmente d’impedire i molesti risultati per li Pubblici riguardi. Andai la sera stessa al Direttorio, e non avendo potuto, vedere il Presidente, mi portai dal Direttore Barras, che so esser presentemente ben disposto, per possibilmente favorire tutto ciò, che può interessarT Eccellentissimo Senato . Avendo io introdotta la conversazione sulle cose d’Italia, e sulle ultime Lettere dal Gen. Bonaparte scritte al Direttorio relativamente all’Armistizio, ed alle negoziazioni per la Pace, come mi sono onorato di rassegnare in altro riverente mio numero di questo giorno, mi disse quel Direttore, che aveva sentiti con dispiacere alcuni fatti, che facevano molto torto al mio Governo, e mi replicò quanto ho qui sopra rassegnato; niente per altro parlandomi del Proclama, ma dicendomi in vece, che il Viceconsole Francese al Zante aveva scritto al Direttorio, lagnandosi, che gli era stata abbrucciata la sua Casa, ed in modo da far sospettar , che un tal avvenimento non fosse 1’ effetto del solo azzardo ; continuò a dirmi, che tutte queste cose inasprivano gli animi, e mal disponevano il Direttorio verso 1’Eccellentissimo Senato; e che la Repubblica di Venezia aveva torto di così con-Ì05 dur-