<• 259 «issi porta in esso a riprova la lederà (li Giovanni, nella quale vi sono asserite tante falsità, che è a presumersi ancor essa d’invenzione dell’ autore degli alti. Imperocché, ammesso clic Giovanni scismatico fosse pur capace di porre avanti tante bugie, non è possibile per altro eh’ ei sia stato tanto privo di senno da adoperare la sua abilità inventiva in fatti, i quali erano accaduti sotto i suoi occhi, e dei quali polca essere riconvenuto ad ogni momento con tutta la facilità. La sola lettura di questa lettera fa conoscere subito l’uomo scismatico, che ad intolleranda persecuzione attribuisce tutti gli argomenti adoperali dai cattolici per convertire i traviati. Ma il fatto maraviglioso di questo preteso sinodo, che volea e dovea essere sinodo di vescovi cattolici, è, che dopo queste letture tulle infette di errori e manifestanti l’animo scismatico de’loro autori, i Padri, convinti appieno dei diritti di Aquileja vecchia, dichiarano futile ogni pretensione di Grado, intrusi i prelati di essa, e non aventi diritto non solo a pallio, ma neppure a mitra; quanto a dire le tolgono, oltre i contrastati diritti sopra l’Istria, la sede metropolitica e vescovile. Non basta : dopo questa sentenza, un poco tardi a dir vero, comparisce il nunzio del patriarca Venerio, il quale, privo di documenti originali, quasi sapesse di aver a fare con amici che gli avrebbero creduto sulla parola, alla bella prima tituba, si confonde e colle belle e colle buone viene introdotto a confessare apertamente quanto è a danno del suo mandante ; tanto era 1’ amore della verità che era in lui, e tanto evidenti erano le ragioni addotte dal sinodo. Di questo sinodo, che dovea essere regola per tutto il tempo avvenire, non se ne ode più parlare dopo conchiuso, ne da amici, nè da nemici. Ecco la famosa carta, con la quale si vorrebbero git-tar a terra le origini legittime del patriarcato di Grado, in uno ai documenti che le comprovano. Qui si dovrebbe riprendere il filo della storia del patriarcato di Grado da quell’ Enrico da cui fu conchiusa la transazione, onde ebbe il suo termine la lite intorno ai diritti metropolitici sopra del-1’ Istria ; ma per amore di brevità ci contenteremo di ricordare frate Angelo veneziano dell’ordine dei predicatori, dottissimo filosofo