207 -s- Se la Caterina Cornaro avesse dato un successore al Irono dei Lu-signani, non se ne sarebbe parlalo ; non l’ebbe, e fu strumento di politica : della Bianca Cappello, troppo più si parlò clic quella svergognala femmina il meritasse, non senza avvedimento condannata prima, poi per astuzia politica esaltata : è meglio tradizione che storia quella della Anna Erizzo : bell’ esempio di virtù, coinè la Belisandra Maravegia, ma non influirono sui tempi loro. Bell’ allo e generoso fu anche quello delle donne veneziane quando prestarono soccorsi ai captivi di Genova; la storia lo raccolse quasi ammenda dei delitti gloriosi pe’ quali si sprecò tanto sangue fraterno. La donna antica veneziana era quale dovea essere una repubblicana, in tempi in cui fiorisce una repubblica, forte di virtù generose, di costumi esemplari ed onesti ; quando queste virtù venner meno, le leggi suntuarie colpirono in ¡specie le donne, clic seppero sempre più deluderle, quanto più decliinava lo Stato. Nè rimase dell’ antica severità che 1’ obbligo di presentarsi ad ogni festa pubblica colle vesti nere ; povera ricordanza del passalo ! Che se nell’ interior parte dei costumi veneziani antichi lutto era semplicità e modestia, gli esteriori e pubblici erano magnifici, ricchissimi. Giustina Michiel descrisse le feste pubbliche originate quasi tutte da avvenimenti storici, de’quali serbavano la memoria. L’assunzione al principato di un nobile prestava argomento a solennità; così la dignità di procuratore di san Marco, quelle di gran cancelliere, di patriarca ; per le quali tutte, e luminarie, e danze, e denaro sparso nel popolo, ed altre largizioni. Belle feste vi furono quando s’incoronò la dogaressa ; costumanza che fu tralasciata per gelosia di politica. Il doge avea ogni splendore di sovrana dignità, e lo splendore crebbe quanto più la sua autorità era mozzata. Quando usciva in pubblico era preceduto da ministri inferiori, da scudieri, da trombettieri (che avevano trombe d’argento), da vessilli variamente colorati, ed il colore di que’ che precedevano gli altri, indicava se lo Stato trovavasi in pace od in guerra, in tempo di tregua o di alleanza. Seguivano i ministri inferiori, poi il capitan grande, primo bargello dello Stato, il maggiordomo privato del doge