*5 nella Sala del Pubblico Palazzo , ove intervennero molti Uffiziali , e To stesso da me invitato Ajutante Francese Pascale , quando alcuni Deputati della Città compaiirono, ed avvicinati misi all’orecchio dissero avere cosa gravissima a comunicarmi, che non ammetteva dilazione . Sbrigatomi all’ istante della convocazione mi ritirai nelle mie stanze private co’ Suddetti Signori tremanti, e sbigotiti, uno de’quali , che fu il Cav. Vertoa prendendo la parola mi disse: Noi Sudditi fedelissimi della Repubblica siamo costretti dalla 'violenza a comparire ribelli in faccia al nostro Principe . Il Comandante Francese La Faivre ci mandò, momenti sono a chiamare , e Con tuono imperioso ci disse , che dovessimo sottoscrivere il Voto della Nazione per la Libertà , e per V unione del Bergamasco alla Repubblica Cispadana . Ci scossìmo a iile annunzio , e gli protestammo , che siccome nulla dvevimó a dolersi ni del Governo della Repubblica , nè di Chi in di Lei nome ci regge, così non poteva esser queste il Voto libero del nostro cuore; ma ripetendo il Comandante o che obbedissimo ,• o che correvamo pericolo della Vita prima di sera , gli prontissimo di farlo chiedendogli il permesso di darne prima notizia al propria Rappresentante : al che avendo Egli con molta difficoltà aunuito , si erano da me portati per domandarmi consiglio. Ricompostomi alquanto dalla sorpresa del momento risposi Loro : che nessun miglior consiglio potevano da me aspettare di quello , che ritraer dovevano dal fondo del proprio cuore, chè di quell’attaccamento verso il Principe, che avevano in ogni tempo manifestato, era questo il punto di darne la più solenne prova : che si rammentassero la fede, e la devozione giurata dai Loro benemeriti Progenitori alla Repubblica , e 1’ illustre atto di spontanea loro Dedizione al Veneto Dominio: che io non potevo persuadermi , che le fatte minaccie si avessero ad effettuare , che io le credevo un tentativo temerario alla loro costanza , al quale se avessero con fermo animo resistito, avrebbero spuntata quell’Arma insidiosa , ri* coperti se stessi di gloria in faccia alle Nazioni , e vincolatisi con più stretti nodi la Paterna Pubblica predilezione . Dopo tali riflessi bilanciarono alquanto, ma finalmente il timore la vinse , e risposero fuori d’ equivoco , che qualora io non li garantissi ( il che già vedevano non poter io fare) nel totale abbandono , in cui si trovavano, nell’evidente pericolo della propria vita , delle proprie famiglie, e delle proprie sostanze , dovevano cedere alla necessità del momento con solenne protesta però , eh' essi sono fedeli Sudditi di V. Serenità , che lo vogliono essere, e che se un raggio di speranza rilucerà di Pubblica assisten-