Aprile I7P7- 264 la ragione al senso, e quindi ne derivano i mal cauti trasporti, o impaziente pericoloso contegno, ed eccessi e misure tali, a render vuoti di effetto li più prudenziali concerti, e a tutto azzardo la Pubblica sicurezza medesima. In mezzo a così acerbe vicissitudini-, che senza calcolare gli esterni rapporti pesano sul nostro cuore, ci e riuscito di qualche conforto il leggere nella riverita Ducale d’oggi, degnata di approvazione la riverente nostra condotta , e riconosciuti conformi alle Pubbliche massime gli studj,danoi esercitati per tentare d’allontanare il momento d’una aperta rottura con la Nazion Francese, e coltivare insieme li mezzi di conciliare le insorte ben amare combinazioni. Animati perciò dalla Pubblica volontà, bramosi di ubbidirla , e prepararne insieme meno acerbe a questa Città le conse* guenze, che dall’ odierna situazione di cose possono a ragione temers.» abbiamo questa sera d’ intelligenza con 1’ Eccellentissimo Sig. Provveditor Estraordinario Frizzo, e delli Rappresentanti li Corpi, scritta l’inserta Lettera, che all’albeggiare faremo tenere al General Balland. Essa dirigendosi all’oggetto della comandata conciliazione, la confidiamo approvata dalla loro autorità , riservandoci di riscontrar a VV. EE. il risultato della risposta , che saia per venirci. Grazie. Verona Aprile 1797* Iseppo Giovanelli Prov. Estraor. in T. F. Alvise Contarini Cap. V. Podestà. Il Dispaccio, spedito alle ore 21. e mezza , col risultato degl’in* cominciati maneggi, fu il seguente t SERENISSIMO PRINCIPE. CRescenti ad ogni istante, e sino a questo momento le angustie , che afflissero cotanto Io spirito nostro, e di questi fedelissimi Abitanti, sorge un raggio di luce a temperarle, ed a far rinascere negli afflitti nostri cuori la speranza, che le cure indefesse, da noi prestate per allontanare il sacrificio, e la strage della Popolazione possino esser coronate di qualche successo. La Lettera scritta al General Balland , già conosciuta da VV. EE. col precedente nostro Dispaccio, fu accolta in modo amico. Egli ci scrisse in risposta quella , che annessa accompagniamo alle sapienti loro considerazioni, e ci offrì occasione a rispondergli con l’altra, pur unita al Num. 2. , alla quale fece risposta con quella, che rassegniamo al Num. 3. Accordato con essa un Armistizio, devono fin domani al mez-