isy Trovammo Salò intieramente abbandonato dagli Abitanti a riserva dj alcuni pochi, che armati di Fucile stavano appostati in qualche cantone taciturni, ed in Guardia. Vuoto era pure il Quartier Generale, e per ■guanto richiedesi tanto in Paese, come fuori dell’Eccellentissimo Provveditor, e degli altri, nessuno seppe darmene notizia. Viddi solo un panno bianco, attaccato ad una finestra del Quartier Generale, che non. saprei da chi esposto, e che naturalmente sarà stato un segnale, perchè cessas* se il cannonamento, come in fatti seguì alle ore ai. circa. Stando io ad una finestra del Quartier Generale viddi accostarsi la Feluca del Comandante alla riva, ed intesi ad intimare, che se nel termine a un ora non venisse a parlare col Comandante Francese o il Provveditor, o il Generale, avrebbe di nuovo incominciato il cannonamento. Sollecitai di ricercar de’medesimi, mi sempre inutilmente; cosichè presi la risoluzione di partirmi ancor io colla sola persona, ed internatomi nella Riviera mi portai a Toscolano alla Casa di Campagna del Sig.Conte Fioravanti suddetto, dove trovai tutta la sua Famigli^ raccolta, ma non lui, nè il Provveditore, de’quali eglino pure ignoravamo la sorte. Su li loro eccitamenti prendendo la via del Lago, e col favor della notte potei salvo ridurmi a questa parte, schivando i posti di S. Vigilio , Sorri , e facendo gran parte del camino anche a piedi per il pericolo di essere arrestato da’ Francesi, dove con tutta esatezza espongo a cognizione di questa Eccellentissima Provvisoria Carica tutto l'avvenuto- Solo aggiungo, che nel partirmi che feci da Salò, vidi a rinforzo della Flottiglia Francese entrar in quel porto altre due Barche, ed una Feluca; che da alcune finestre in Paese furono scaricate delle fucilate sopra le Barche Francesi, ma non so con qual effetto, e che fu in Piazza da’Salodiani ucci»e un Magaziniere Francese, ed indi nascosto il suo cadavere, e ciò dopi seguita la prima scarica de’ Cannoni. E. H. L. C. & manu propria signavit »tatis suse annorum 3J. circi* ter, ut dixit. Tenente Spiridion Zapoga affermo. I Francesi in questi giorni deposta la maschera , con cui celavano la Ior abominevole perfidia, si adoperavano a favore de*sollevati Bre» sciani , e Bergamaschi, ma non lasciavano perciò di menare un grandissimo rumore, e d’incolpare di tradimento i Veneziani coll’appoggio del Proclama, da essi medesimi coniato , ed attribuito al N• H. Francesco Battaja, come di sopra si è detto. Inutili riuscirono le più