250 Francesco Merighi perchè dì molta probità , e perchè prediretto da’San ¿.ertati, verso de’quali in questi aspri momenti non sono trascurabili molte delicate avvertenze , mi portai allo stabilito Posto , dove poco dopo giunse pure il General Chsbram , accompagnato dall'ormai troppo conosciuto Landrieux, e dall’altro Generale Cherarlier . Il Dialogo fu lungo, e i fatti occorsi in Brescia , Bergamo, Crema, e Salò furono le basi del di lui discorso , e quindi attestandolo alle cause produtrici dell’ insurrezione, parlò dell'oggetto della nostra intervis-ta . Egli la concentrò a due punti essenziali. Libero l’ingresso alla sua Truppa in Città , e sbando de’ Villici per aver libere le ^comunicazioni colle Armate . Pronunziate le due proposizioni con i modi i più energici , e fermi , niente valse a rimover- 1 >. Vi aggiunse bensì la minaccia , che lor quando forzato avesse ad en, trare nella Città colla spada insanguinata , egli ridurrebbe Verona irt un mucchio di sassi. Tale a molte riprese, dicendo, esser l’ordine, che egli teneva . Quindi imputando ad opera della più raffinata Politica l'unione de’Villici , disse , che VV. EE. volendo Lre la guerra a’Francesi , nè osando direttamente di prendere l’armi contro i medesimi, avevano ima,-ginato una rivoluzione per armarsi e piombargli contro ne’momenti , ne’ quali il nemico gli stava di presso : che lo provava Tesser egli stato costretto di aprirsi il passo della Lombardia sempre combattendo , e disarmando torme di Villici , sostenuti , e diretti da’ Veneti . Che era colpa Veneta , se il Buonaparte venne costretto a segnare un Armistizio di io. giorni colle Truppe Imperiali , e che questo essendo stato in conseguenza » delle Venete disposizioni , impedienti il passo alla marchia de’rinfotzi all Armata, VV. EE. avranno a pentirsi di tali misure. Si estese poscia sugl' assassinj, ed il Landrieux sulle cose avvenute oltre Mincio , attribuendo all'Eccellentissimo Provveditor Battaja il noto infantato Proclama , e cercando di convalidare con questo le supposte male intenzioni di VV. EE. contro la Francia . Questa serie di accuse, e di dimande non doveveno esser lasciate ca* der senza risposta . La lealtà, la ingenuità delle Pubbliche massime, comprovata da dichiarazioni , da fatti, dalla ragione , e dallo stesso interesse , furono le basi , sulle quali appoggiai per dimostrarli , che VV. EE. vogliono mantenersi in quella amicizia, e neutralità , che fu sempre osservata: che 1' armo de’sudditi non era derivato da altro movente , se noti da spontaneo voto di viver fedeli al naturai loro Principe, e difendersi contro gl’insorgenti, e loro appoggi : che non potevo occultare ' esser- *