■ i cavalieri del tempio presso la chiesa dell’Ascensione, ora distrutta ; i cavalieri di san Giovanni, a San Giovanni Ballista de’Friulani, ora restituita all’ ordine cavalleresco dei Sangiovanniti ; i cavalieri Icdeschi alla Santissima Trinità, ora seminario patriarcale. Vitale Michele preparò un’ armata di assai legni (1) ; la capitanarono il vescovo d’Olivolo, Arrigo Coniarmi e Giovanni Michele figlio del doge, e fu di valido soccorso alla prima crociata. E perchè quelle sante imprese dovevano essere sempre lorde da colpe, Veneziani e Pisani in Rodi si bruttarono di sangue fraterno. Asseriscono i cronisti veneziani, che vinsero i primi, ed usarono generosamente della vittoria. Ordelafo Faliero, doge dopo il Michele, venne in ajulo con un’ armata ai secondi crocesignati, ed ottenne privilegi in Tole-maide. Il Faliero ebbe vita concitata e guerresca ; soccorse l’impero bisanlino contro i Normanni, e prese Brindisi. Cominciò al suo tempo la repubblica a provare i danni e l’invidia de’ vicini, che aspettavano il momento nel quale erano occupali in guerre lontane per offendere rivali pericolosi. Furono assaliti dai Padovani e li vinsero ; gli Ungheresi, che assalirono la Dalmazia, respinsero ; allargarono il dominio conquistando la Croazia. Nella terza crociata, chi non conosce gli alti fatti di Domenico Michele doge ? Basta ricordare quel suo magnanimo atto, quando all’assedio di Tiro, stanchi i Crociati della guerra lenta, lo accusarono di volerli abbandonare, dirizzando le prore dell’ armata verso la patria, lasciandoli in preda all’inimico. Non si adira egli ; fa torre gli attrezzi delle galee, li fa recare in mezzo al campo, e dice : ».......Io qui, se avversa A noi volge fortuna, io qui depongo Ogni speme di scampo ; il pegno è questo Della veneta fede. Or guerra voi Sol cogli uomini avrete ; a noi più fieri Sovrasterai! nemici, i venti e 1’ onde (2). » (i) Dandolo, Cron., lib. IX, cap. X. (2) Beuzon, Nella, cant. II, pag. 60.