3 Pa . no* e forrtiano presso gli Esteri Uffiziali la più odiosa impressione . Nè à’ soli Uffiziali Francesi si limitarono i mali uffizj, ma si estesero fino alla Carica Primaria * presso cui ho la Somma sfortuna di non meritare quel compatimento , che con eccesso di Clemenza mi yiene accordato e dalla Pubfafica Autorità, e da V. V. E. E, ; unico conforto, e mezzo efficace ad animare ì Cittadini, che nelle attuali luttuose combinazioni con purità d’ intenzione, e con illimitato zelo servono alla Patria . Io sono Conscio a me stesso di aver sempre eseguite le prescrizioni, che da quella Carica mi derivarono, e farò Io stesso anche in progresso; ma non posscr negare di non trovarmi per questo conto assai disanimato» Mi è noto per asserzione degna di fede, che di alcune delle mie Lettere Pubbliche, dirette alla Carica Estraordinaria* fu dall’arbitrio di qualcuno di quei Ministri spedita copia a questa parte a nominato Soggetto, e che il richiamo d’una mezza Compagnia di Cavalleria sia stato 1’ effetto d’ un secreto maneggio per oggetti di economia bensì, ma che porta il diservizio Pubblico . Tuttociò, che io mi feci coraggio di esporre a V. V. E. E* riguardo la dolente mia situazione, non ad altro è diretto, se non che a poneresotto i paterni loro riflessi i timori , che angustiano l’animo mio * Il mio dovere a fronte di tutto ciò sarà immancabile tanto nel vegliare a tutto, come nel riferire. Bacio a V. V. E. E. umilmente le mani* e mi protesto sommessamente. Di V» V. E. E. alle ©sservazioni delle quali occludo il Discaccio per 1’ Eccellentissimo Senato. Bergamo i. Marzo 1797. Alessandro Ottolini Cap. Vicé Podestà. Non lasciarono senza risposta gl’inquisitori di Stato una lettera di tanta rilevanza, e nel giorno 4. Marzo vi spedirono la seguente, che forma l’apologià del N. H. suddetto, 1 797. 4. Marzo*