1°2 ste non le aveva ancora, e che per conseguenza non poteva niente rispondere alle mie riflessioni. Fu inutile, che io ne aggiungesse altre, e senza che mi fosse lasciato più luogo a parlar della Lettera, nè, come era stato convenuto, gli potessi ricercar di essa la copia, mi convenne metter termine alla conversazione, e ritirarmi colla maggior dispiacenza di non saper più qual piega prender possino le cose relativamente alli Pubblici rispetti dell’Eccellentissimo Senato. Nel Giornale del Redaaeur, ma non negli Articoli Offiziali, io aveva letto jeri l’altro la relazione d’un affare accaduto fra delle Truppe Francesi, e molte migliaja di Bergamaschi, come VV. EE. rileveranno del qui inserto Articolo, ma io non vi feci attenzione, mentre Io credeva una delle solite invenzioni , e calunnie de'Milanesiche cercano in tutti li modi possibili di far il maggior torto alli Pubblici delicati interessi di VV. EE. Jeri poi mi venne confidata un’altra Lettera originale, scritta da Milano da un Uffiziale Francese ad uno di Parigi, che descrive il fatto di Salò, dal Direttore Rewbell indicatomi. Io ne potei estrar dalja stessa Lettera !’Articolo, che lo conteneva, e Io rassegno anche questo alla di loro conoscenza. In questo momento vengo pure informato, che questo Sig. Ex Duca Serbelloni abbia jeri presentato una Promemoria al Ministro delle Relazioni Esteriori relativamente allo stessoaffare, ma non mi riuscì ancora di poterne conoscer il contenuto. Ecco, Eccellentissimi Signori, l’esito di questo sfortunato mio maneggio, e nel momento, che era per recar all’Eccellentissimo Senato una fondata lusinga, che fosse posto finalmente un fermine a tanti eccessi, ed assicurata la pubblica, e privata tranquillità, devo col più vivo dolore portar nell’animo paterno di VV. EE. una nuova amarezza, Io non mancherò di far ogni sforzo per sostener le Pubbliche ragioni con tutto il zelo, ed avrò il più vivo interesse per garantirle dalle sorde manovre, che da gente perfida vengono continuamente, e con tutti li più possenti mezzi poste in opra contro il Veneto Governo, e far finalmente trionfar la giustizia, e la verità delle Pubbliche ragioni .• Qualunque importante scoperta mi riuscisse di far, che potesse interessar li delicati riguardi dell’Eccellentissimo Senato , io non mancherò nelli modi li più pronti di farla giunger alla di Lui autorevole conoscenza, implorando in così delicati frangenti l’opportuno suffragio delle sollecite sapienti istruzioni, e direzioni di V. Serenità, e di VV. EE. Grazie. Parigi 17. Aprile 1797. Alvise Querini. Nel