*35 ’uèlle-stesse identifiche parole, alle pubbliche riflessioni, niente dovendo Testar occnlto alla ponderazion della Consulta . Segue il tenor della significazione. La comparsa celli Veneti Stati dell’Armata Francese ha prodotto il pii vivo mal umore ne’sudditi; taluni si supposero perfino abbandonati dalla pubblica protezione, e qualche ingrata apparenza ne accrebbe generalmente l’opinione. Il fermento è gravissimo, e tutti anelano a scuotere I’ab* borita dipendenza, che tale conviene confessarla, essa si manifesta alla volontà Francese. Gli abita-nti di questa Città, quelli del Territorio sono nello stesso sentimento; e tasterebbe un solo cenno, o permesso tacito del proprio Sovrano per farli uscire da’limiti di quella moderazione, nella quale, dato il pegno del loro animo, è veramente prodigiosa cosa, che si siano mantenuti . Gli aggravj del Territorio sono più pesanti , che alla-Città. Le di* loro proprietà vennero in molti luoghi rovinate, la specie Bovina può dirsi vicina al suo deperimento, e per 1’ Opizoottia , e per le enormi fatiche, che soggiacciono ne1 lunghi viaggj, nei stancheggi, nelle violenze, forse per abusi corretti ora con il Proclama 19. Luglio cor-Tente della Carica Generalizia . La pubblica tranquillità (devo dirlo francamente) è ad ogni momento all’azzardo di essere compromessa. Lo sdegno per la marcia de’Schiavoni, per la occupazione del Castello , delle Artiglierie, delle poche munizioni, e dei fucili è vivissimo in ogni ceto di persone- Se però con quel candore, che è dovuto ad un suddito, ho brevemente esposto a VV. EE. lo stato della Provincia, devo altresì render presente alla loro sapienza, vi è sfortunata apparenza, che a donta delle perdite gravissime, che hanno fatte, e che fanno sotto Mantova e per malattie, e negli attacchi della Piazza, non possano tardare a rendersene padroni . Le bombe sono arrivate a colpire fino nella cupola della Basilica di S. Andrèa , e nelle case contigue entro della Città. Le loro Batterie sono numerosissime, ed il fuoco è incessante. Un Esploratore sortito in jeri alle dodici dalla Piazza con due lettere, che sotto nomi diversi sono dirette ai Comandanti Austriaci a Roveredo, assicura, che il popolo comincia ad essere inquieto, che se l’Armata Imperiale non accelera le sue operazioni, egli è forza, che la Città abbia a capitolare. Già il Presidente Zanetti fu a parlamento con li Francesi, e le troppo dure condizioni di questi impedirono l’accomodarsi. Ss gli Austriaci sieno , o nò in ¡stato preciso di tentare la discesa dal Tirolo, o piuttosto se abbiano coni-. ; « mis«