Io pronunziai queste ultime parole con molto sentimento , ed Egli m’in* terruppe con un tuono ancora più affabile di prima , dicendomi, che doveva ben comprendere , che se il Direttorio Esecutivo fosse persuaso di quelle cose, che gii venivano riferite, non verrebbe Egli sopra di esse naturalmente a parlarmene, e perchè sopra di esse non fosse più fatta menzione, bastava solo, che, come feci, l’avessi contraddette, che mi torna* va a ripetere quello altra volta mi aveva detto, cioè, che il Governo di Venezia era stato sempre prudente , e Saggio , ma che nel tempo stesso bisognava , che io convenissi , che li Veneziani non erano niente amici de’ Francesi, che bisognava credere, che la dimostrazione di tali loro sfavorevoli sentimenti si fosse in questi ultimi tempi avanzata un poco più del dovere, mentre il Govern» stesso era stato obbligato a proibire , che sopra li Francesi non si dovesse più parlare nè bene, nè in male. Io gli risposi , che questo doveva considerarsi come un nuovo tratto della sa* viezza del mio Governo, e del desiderio, che aveva di toglier qualunque motivo, che potesse dar luogo alla più leggera alterazione della buona corrispondenza , che passava fra le due Nazioni , che circa 1' asserito odio, che si vuol far credere, che abbiano li Veneziani contro li Francesi , e che si studia di rappresentare con colori caricati , e falsi, io gli rispondeva con franchezza, e con verità , che questo sentimento , che si supponeva ne’Veneziani non era diretto per niente contro la Nazione Fran-cese , mentre io mi lusingava di conoscere abbastanza il mio Paese per poter assicurare, che la Nazione Veneziana in generale ha avuta sempre forse una maggior inclinazione per la Francese, che per qualunque altrar ina che quello, che doveva convenir con vero dispiacere, n’ era , che in questa guerra la condotta , che tenevano li Francesi verso li Veneziani sembra espressamente diretta a scemar quei sentimenti di buona amicizia, che da prima legavano insieme queste due Nazioni , che io mi rivoglieva alla sua equità, ed alla sua rettitudine, onde volesse decidere, se si poteva amar quello , che in tutti i modi ad ogni momento vi faceva crudelmente soffrire, se si poteva pretendere, che li Sudditi Veneti dovessero dimostrarsi contenti di esser obbligati da cinque continui Mesi amantenere a spese loro un’ Armata così numerosa , senza che venga a loro niente mai pagato, di essere costretti a veder, che la loro tolleranza a soffrir tutti li mali, che naturalmente seco porta il flagello della Guerra, sia compensata in vece con ingiurie, minaccie, furti , e violazioni . Egli allora mi disse , che pur troppo vedeva , che noi eravamo crudel- men-