2.85 e che per qualche indizio potrebbe forse essere anche Francese, giunse il General Augereau a minacciar di rinovare in Verona li terribili esempi dati in qualunque altro luogo d’Italia, se dentro 24. ore non si fossero scoperti, e castigati li rei. Violano essi perfino ogni più sacro riguardo di neutralità, ed ospitalità, poiché un Capitanio Francese levò a forza dall'uffizio postale di Verona delle lettere dirette, 1’ una al Maresciallo Wurmser, l'altra ad altro Generale Austriaco, nè ebbe riguardo il General Augereau di sostenere in opposizione alle rimostranze > che glie ne vennero fatte , che la necessità in cui lo ponevano le ragioni della guerra , di penetrar per ogni modo possibile li progetti del nemico toglieva ogni motivo ai Veneti di lagnarsi dell’asporto delle lettere dall’ uffizio postale, ad ogni motivo di sorpresa , se eguali misure prendesse anche in seguito rilevando l’esistenza di nuove lettere dirette ad Uffizia- Ii Austriaci. Al qual proposito riesce poi ancora più riflessibile il sistema adottato da’Francesi in Milano, dove si sa, che aprono tutte le pubbliche e private lettere andanti, e venienti da Venezia, e dallo Stato Veneto per ovunque dirette; e si arrivò per fino a trar copia di alcuni pieghi, e spedirla al General Buonaparte. Non diverso è il procedere del General Buonaparte in Brescia , dove oltre di richiedere secondo il «olito, sussistenze per le sue truppe , occupò e fortificò il Castetlo, disponendo a suo piacere dell’artiglieria in esso esistente, e dove non contento degli Ospitali apparecchiati per 400. ammalati, mandò senza alcun preventivo avviso ad occupare con guardie sei Conventi coll’intenzione di collocarvi altri due mille ammalati circa , intimando nello stesso tempo ai Rappresentanti di quella Città di dover fornire entro la giornata sei mille camicie, 3000. aune di tela, moltissima acqua vita, aceto, vino, limoni, e fin anche zuchero , colla minaccia se non si eseguisse il suo ordine di tassare la Città stessa di tre millioni, e prendersi colia forza ciò , che non gti venisse somministrato. Si potè però sul momento conciliare in qualche modo l’affare coll'approntare tre di que’Conventi, e persuader esso Generale a mandare due mila di quegli ammalati a Cremona. Sorpassando poi anche ogni riguardo al Dominio di Principe amico e neutrale, diede ordine il General stesso , che fosse demolita la Rocca di Anfo di Veneta appartenenza , adducendo in risposta al Provveditor Estraordinario, che gliene fece vive rimostranze, che questa era di assoluta necessità: alle sue viste, e restringendosi a promettere di far trasportare in Brescia li Cannoni Veneti, che vi si trovassero.