349 Replicò per altro all’incirca lo stesso discorso intorno l’oggetto da trattarsi col Conferente , immorando sulla pretesa necessità di forzar Verona per aprirsi, e mantenersi libero il passaggio per essa della Lombardia; e sull’oggetto di assicurarsi dell’inclinazioni del Governo, e de’Cittadini Abitanti , facendo degli oscuri cenni su gli arcani modi di favorire le armi Austriache, e risparmiare li danni delia Città , e de’suoi abitatori , Che tali siano all’incirca li tentativi il Tribunale ne ritrae un indizio anche d’altra parte, mentre penetra, che da persona di Estero luogo finitimo al Veronese , si sia fatto intendere di commissione d’ un Generáis Austriaco, non nominato, ad un suddito di Nobile-condizione , ma assai cognito per il carattere, e per li principj, perchè comunichi al Governo essere intenzione loro di bombardar Verona, qualora i Francesi pensassero di sostenervisi , con ordine di far sentire in astratto al Governo Veneto le disposizioni de’ Generali di conciliar li modi d’impedire quest’azzardo , qualora fosse assicurato per parte Veneta , che non sarebbe permesso ai F rance ti di difendersi nella Città; concludendo coll’offerta a questo suddito d’ una intervista a Padova, e a Bassano, ed allettandolo con dargli a vedere l’opportunità di migliori combinazioni, e l'aspetto di non piccolo proprio vantaggio. Da queste direzioni sembra, che si tentino per parte Austriaca tutte le vie per ottenere un fine ad essa forse difficile, stanti le posizioni delle Armate, e la qualità della stagione, e di strascinar da tutte le parti il Governo a qualche atto di parzialità; essendo inconciliabile I’ idea d’ una qualunque intelligenza, o favore con la professata imparzialità, e con la custodia impenetrabile d’un segreto, che cominciano dal compromettere eoa tali replicate comunicazioni. E nelle nozioni, che ha il Tribunale. che li Francesi, che pur fatalmente sono in possesso della forza di Verona, siano nella opinione, che gli abitanti della Città non abbiano verso di essi le migliori disposizioni, vi.sarebbe anche luogo a sospettare, che sebbene non fossero in istatQ di fare una valida e lunga difesa, potessero, farne per altro, una qualunque, e per li ogge^j loro, e per uno spirito di vendetta, al quale sembrano per li esempj, e per incuter terrore, inclinati. In tanta ricorrenza d’idee, e di penetrazioni sebbene incerte , e per li mezzi, pe^r li. quali, pervengono, e per le riflessioni, che estoj-quono, e per la continua ¡mutazione degli eventi, gl’Inquisitori di Stato seguendo i! loro zelo per la Patria¡ ed il loro instituto, reputano nel più grande ar-