188 «s>- ventotto eran pel Sagredo, maggioranza soverchiale il necessario per eleggere un doge. Il domani della scelta dei quarantuno, dovevano ad uno ad uno essere approvali dal maggior consiglio. Giunse la sera, e si adunò il popolo nelle strade e nelle piazze, e cominciò a strepitare. Per tutta intera la notte durò la ressa. 11 popolo gridava : « II Sagredo noi vogliamo, » e scagliava un mondo di contumelie contro di lui. Adunatosi il maggior consiglio, posti alla prova dei suffragi i quarantuno, furono tutti esclusi ; e scelti altri, fu eletto doge Luigi Contarini. La causa del tumulto e del doge ricusato dal popolo prima che fosse eletto, i benevoli del Sagredo attribuirono agl’ incitamenti de’ suoi emuli ; ma pare piuttosto che l’essersi mostrato avaro nelle largizioni quando venne eletto procuratore di san Marco, i costumi meno che severi ( ond’ ebbe una sconcezza nel volto), le sregolatezze d’un suo figliuolo, fossero la causa vera dell’ avversione del popolo al suo nome. Cadute le speranze di lui, esiliò sè medesimo dalla città ritraendosi nella sua villa e confortandosi cogli sludii. II popolo, mobile sempre ed incerto ne’ suoi giudizii, e il maggior consiglio, che lo avea abbandonato all’ ira del popolo, si pentirono dell’ accaduto. Fu richiamato, tornato agli uffici ; anzi dovendosi per importanti riformagioni eleggere dei correttori delle leggi, fu con applauso universale chiamato a questa magistratura importantissima, e fu risarcito. Colle istituzioni romane venne in Venezia anche il patronato e la clientela. Anche nei più antichi cronisti ne troviamo esempi. Durò poi sempre, e non era uomo di mezzane condizioni, non popolare, che non avesse il suo patrono, il quale lo proteggeva contro tutti e ciascuno che volesse usargli violenza. E soprattutto patrono del popolo era il consiglio dei dieci, e potremmo allegare casi di violenze usate al popolo dai nobili e senza pietà punite. Il popolo era trattato fraternamente dai nobili ; anzi formava parte integrante dell’ educazione del nobile, fatto adulto, il debito di trattare fraternamente il popolarne. Ben diversi erano i nobili veneziani da quei nobili, che, imitando gli Spagnuoli, credevano il popolo venisse da altra creta che quella di Adamo. Il nobile veneziano, e, meglio che