to io sia dolente nel fare cosi Cristi rapporti, che la verità isd il dovere mi dettano. Per fare una contraposizione, ed applicare un qualche lenitivo alla piaga, cagione di tanto dolore, e di tanto lagno, io non trascu-r ro alle frequenti occasioni, che mi si presentano (senza però far mostra dì sapere le comuni lagnanze) di confortar ognuno a sofferire con pazienza i mali presenti , che averan poi fine, e che sono certamente tollerabili messi a confronto con que’maggiori, che affiggono le vicine popolazioni . Che il Principe ama da vero i suoi sudditi, e che perciò appunto 1-i esorta al più moderato contegno, dandone egli stesso l’esempio eoi sacrificare del proprio per salvare le preziose vite de’ popoli : che finalmente niente sfugge all’occhio vigile di chi governa di ciò, che può ridondare a benefizio, e sicurezza comune. Coll’uso di tali, ed altre adattate riflessioni, che le circostanze, ed il momento suggeriscono , e coi tratti della maggior dolcezza, e colla dimostrazione spiegata della più viva interessenza, che io prendo nelle angustie, che premono questa Provincia, mi studio di dissipare le male impressioni , di animare i più deboli , di raffrenare i più fervidi, e di mantenere in tutto il suo vigore quel dolce vincolo di attaccamento sincero, che lega il suddito al Sovrano . Io mi occupo incessantemente di questo essenzialissimo oggetto ; ina in mezzo a quest’ esercizio nuove cose sempre succedono irritanti la popolazione . La minacciosa inchiesta delle Artiglierie, e delle armi da fuoco di ragion Pubblica, e di quelle del Territorio; la sospensione della vendita della polveri, e la successiva ricerca delle polveri stesse fatta dal Genera! Francese per l1 approvisionamento, come egli scrive, delii suoi soldati, e cent’ altre, che alla giornata sopravengono domande tutte, che se contengono in se delicate vi'ste di Stato, portano altresì nella Ior esecuzione sommo disgusto nel popolo, e però qualora sia inevitabile, conviene addolcirle celie forme meno solenni , e segrete. Quanto poi alle mia direzioni* nelle domande suddette io non perdo mai di vista le pubbliche massime , e spere non affatto inutile 1’ opera mia anco in tale rapporto, come raccoglieranno V¥. EE. dal Dispaccio, che occludo diretto all’ Eccellentissimo Senato. Mi sta egualmente a cuore la Pubblica economia , e però'nel prevalermi dell’accordata facoltà mi con--fertò nelle più ristrette possibili misure. li Relegato Metaxà attrovasi in prigione affatto separata, e non molto infelice fino dal primo momento del di lui trasporto dal Castello. Rispetto ai Teatro ho già prese le opportune misure, perchè seguano* Le