■<3* 20G «3>- domeslici c quelle dolcezze che, care a tulli, sono necessità di chi nel trambusto degli affari pubblici, nel tramestìo delle permutazioni dei traffici, ivi trova riposo dove è affetto e speranze. E a questo intesero le donne veneziane vissute lontane dal mondo, e che se apparivano talvolta nel mondo era in quelle solenni occasioni nelle quali lo splendore della bellezza e la ricchezza crescevano il decoro della patria. Elleno medesime educavano la prole ; le donzelle così strettamente erano guardate, che il fidanzato stesso non le vedeva se non quando le sponsalizic erano statuite. Allora i congiunti si radunavano, e la sposa vestita di bianco, co’ capelli sciolti ed intrecciali da filo d’oro, vista dallo sposo per la prima volta, era presentata ai congiunti. Usciva da una stanza entrando nella sala, e, dice il Sansovino, gravemente danzando faceva e riceveva inchini. Poi, accompagnata da matrone, scendeva in gondola, e faceva mostra di sè quasi presentando una madre futura di valorosi cittadini. Severità di costumi, che durò lungamente, ed in ispecie negli ordini minori, nei quali la mostrò il sommo Goldoni, che nessuno ancora superò fra i nostri quando ritrasse il cuore umano senza calunniare 1’ uomo, e dipinse i costumi della sua età ; severità che si allentò col progresso dei tempi, ma che pure durava ancora intera quando le sozzure delle corti italiane penetrarono in Venezia, quando vi pose stanza quel turpissimo di tutti gli uomini, Pietro Aretino, che fu non ultima sorgente dei costumi mutati e sfrenati di molti uomini, i quali si allontanarono dalle dolcezze domestiche cercando facili e compri piaceri ; severità che finì quando, nel secolo scorso, si volle per tutta Italia imitare gli stranieri, ed il giuoco, il donneare furono una necessità e quella stoltezza del farsi schiavo di donna sulla quale ha imposto il theta del ridicolo Giuseppe Parini. Siccome in Roma, così in Venezia, la vita sobria e casalinga tolse alla donna di prevalere nella politica e nel reggimento dello Stato. Poche donne veneziane ebbero celebrità storica ; cercavano 1’ affetto domestico, esercitavano le domestiche virtù. Della Tomma-sina Morosini si sa che sposò re Andrea di Ungheria, e nulla più; nulla più che il nome resta di altre eh’ ebbero mariti principi.