$66 le rappresentazioni in quelfo eie! Bor^o , ed ho creduto necessàrio il determinarmi a questa incomoda sostituzione, atteso i! già spiegato desiderio della moglie del Generale di portarsi al Teatro. Prevengo però VV.EE., che l’Impresario Lombardi professando discapiti nel comandato trasporto, delle incomode mosse „ perchè ciò non succeda, ed a fronte della più seria ammonizione fattaglicontinua nel suo maneggio,. dal quale mi at-Gennajo-tendo le imbarazzanti conseguenze. Il modo da me tenuto per dare tut-J7^7* ta l’aria di semplicità all’indicato trasporto, fu di valermi dell’opera di destra accreditata Nobile- persona, la quale feci entrare nelle mie viste , ed istrutta a fare come da se delle adattate relative riflessioni ai Deputati della Città, li persuase a prodursi, come fecero, con memoriale ricercando, che rimanesse chiuso il Teatro posto in questo Palazzo, indicando il pericolo A’ incendio pel concorso di tante persone , e la di lui incapacità per contenerle- Per la proibizione delle maschere nel presente anno, che mi riservo render nota a! momento opportuno mi servirò dell’indicata causale, al qual proposito io crederei di aggiungere anche la inibizione delle feste da ballo, che possono riuscire egualmente pericolose per la intrusione violenta delle persone di estera Nazione, sopra di che intenderò la volontà di V. V. E. E. Nei termini più acconcj, e nelle forme più caute significai alli noti offerenti la generosa accoglienza di VV. EE. accompagnata dalle indicate riserve, del qual atto clemente si mostrarono soddisffatissimi.. Le molte occupazioni di questi giorni non mi permisero di fare allestire P inventa* rio de’Libri asportati, ma sarà fatto colla possibile sollecitudine, e tras* messo alle loro osservazioni. Quanto al Cavagnini, intesa la volontà di VV. EE. cercherò, se è possibile di somministrare nuovi, e più estesi lumi intorno le di lui relazioni. Accolgano intanto VV. EE. coll’usata bontà i frutti delle mie applicazioni , e di quella sincerità, che non mi lascia nulla nascondere a chi tutto deve esser noto. Si accertino, che la mia condotta non sarà mai per iscostarsi dalle pubbliche massime , e che quantunque ne soffra il mio spirito, la mia ragione però, e il mio dovere mi convincono abbastanza della necessità del più cauto, e prudente contegno. Bacio a VV. EE. umilmente le mani nell’atto, che riconfermo loro il mio profondo ossequio. Bergamo 4. G'ennajo 1797. Alessandro Ottolini Cap. V. Podestà - re,