2?8 rocia de’ Francesi ; (1) e postici noi due alle 4. della notte trammezzo 60. e più Soldati a Cavallo , diretti dal Capitan Filiberi , unitamente al N. H. Capitatilo, Sargente Generale Co: Stratico , e al Segretario Pagan , e al Tenente Scotti sortimo dalla Porta Vescovo timorosi pel triplo rischio di essere o trucidati dal Popolo , o dai Picchetti avanzati de’ Francesi 1 che come ci fè sapere il Kilmaine , avevano ordine di Fucilare chiunque in legno , a cavallo , o in altro modo sortisse dalle Porte ; o per ultimo inseguiti dalla Cavalleria del Kilmaine per ritenerci , come quelli , che i’erono tramontare 1'Accordo : la qual vista forse tuttora sarà per coltivare , e per effettuarla con un colpo di mano , ovunque fossimo per trovarci . Non fu timore di prigionia, nè di morte, che condotti ci abbino a tal risoluzione , ma il riflesso,che mancavaci la più lontana lusinga o di mo» derare la feroce fermezza de'Francesi, o lo egualmente feroce furore del Popolo Veronese. Fatta presente a V. S. l’ingenua Storia di sì fatale avvenimento , come anche la critica nostra situazione , il Provveditor Estraordinario Erizzo in Vicenza , e Io Estraordinario Giovanelli unitamente al N. H. Contarini nella Città di Padova, con rassegnazione pienissima attendiamo qualunque siensi li Sovrani Comandi» Padova aj. Aprile 1797. Iseppo Giovanelli Prov. Estraord. in T. F. Niccolò Erizzo I. Prov. Estraord. in T. F, Alvise Contarini Capitanio V. Podestà di Verona. Nel seguente giorno a6. i N.N. H.H. Giovantlli e Contarini al* tro (1) Havrà rimarcato il Lettore, che i NN. HH. Provveditori segnarono i Preliminari mandati dal General Balland colla riserva, che rarificato fosse da’ Comandanti Francesi l’Articolo della salvezza delle Vite, Proprietà ec. : che i Francesi non lo vollero ratificare, ma che in vece il Kilmaine spedì la Seconda Carta , in cui non si faceva nemeno cenno di detto Articolo : che questa Seconda Carta non fu in modo alcuno nè segnata, nè giurata da’ NN. HH. Provveditori: che questi consigliarono il loro ritiro, e partenza da Verona col Co. Giullari Provveditor della Città, col Pandini Sindico del Territorio, e col Marchese Pellegrini. Tutto ciò rimarcato, rimarcherà pure l’insussistenza delle calunnie, ed imposture, che il Co. Rocco Sanfermo vomitò contro essi NN. HH., che onora col titolo di Spergiuri a Carte 17. e 18. della sua Lettera, scritta dal Castello di S. Felice di Verona. Ommetto altri ineluttabili riflessi, giacche egli nell’ Opera Condotta Ministeriale chiama la suddetta Lettera, parto della violenza Francese: non v’è però violenza alcuna, che scusi l’uomo onesto dal divenir Impostore, e Calunniatore.