6t nistri oggetti, e le conseguenze fatalissime di una tale esibizione, non abbiamo lasciato dì considerargli, che l’influenza d’una Potenza straniera per ricondurre li Popoli alla fede, ed obbedienza del legittimo loro Sovrano, non avrebbe potuto , che intieramente controoperare a questo delicatissimo fine, e che sarebbe stato immancabile effetto quello di maggiormente animare li pochi traviati, e scoraggire il maggior numero delie Popolazioni bene intenzionate, conducendo in tal modo sempre più i Sudditi a dipartirsi dell’attaccamento al proprio Principe; che da questo solo dovevano essere disposti i mezzi per rimettere li Sudditi in calma ; e che al più per la combinazione appunto di essere da lui occupati li Castelli , poteva rendersi opportuna qualche amichevole di lui cooperazione . Anche sopra questo egli sembrò al quanto esitante, dicendoci, che in mezzo al fermento delle nuove opinioni, le quali hanno molto servito al progresso delle sue armi, sarebbe certamente imputato, se avverso comparisse, e qualche mano prestasse contro di quelli, li quali si dimostra» rono fautori del nome, e delle massime Francesi, e che solo avrebbe obbedito, se il Direttorio Esecutivo precisamente glielo comandasse,,ma che egli crederebbe, che il mezzo più sicuro per garantirsi dagli effetti d’ una più vasta insurrezione fosse quello, per il medesimo fine già adottato dai Re di Sardegna , di stringere maggiormente li rapporti con appositi legami col Direttorio medesimo. Vedendo, ove tendeva una tale indicazione, non abbiamo ommesso di rispondergli , che li sentimenti, e li rapporti della Repubblica verso la. Francia erano tanto ingenui, e tanto stretti, che qualunque passo, o maggior impegno avrebbe fatto uscire l’Eccellentissimo Senato fuori di quel sistema, in cui unicamente poteva riporre la propria salvezza, e sicurezza : e che al solo momento della pace essendo riseivato di riconoscere quale sia per essere il futuro stato dell’Europa, poteva allora soltanto L’ Eccellentissimo Senato prendere con sicurezza di consiglio determinazioni sopra cosi geloso argomento. Procurando però egli con qualche industria di deviare tratto tratto da-l primo oggetto della nostra commissione, ci condusse a rammentarci, e quasi a rimproverarci la lunga esistenza del Co: di Provenza in Verona, 1’ asilo dato in Venezia al Duca di Modena , e massimamente a suoi tesori, li molti fondi, che egli ci as-serì esservi in cotesta Città, appartenenti a> suoi nemici, e singolarmente allo stesso Re d’Inghilterra, sopra de’quJL traspirò, che egli nutra delle viste sommamente imbarazzanti gli eminenti